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Nuova giunta pugliese Pd sulla “graticola”. Il Pdl si riorganizza

Acque agitate nel Pd, non solo per la questione etica che ha investito il partito prima con l’arresto di Frisullo e poi con il caso Mazzarano. A tenere sulla graticola il partito, almeno sino a giovedì prossimo (quando è annunciato il ritorno dalle ferie del presidente Nichi Vendola), è anche la composizione della nuova giunta, con le probabili uscite di alcuni esponenti di governo Pd e i possibili innesti. Il tutto, ovviamente, accompagnato dal quadro di incertezze sorto attorno alla questione dei 78 consiglieri regionali, quadro che sarà ricomposto solo con la proclamazione ufficiale: tra gli 8 seggi di «governabilità» che la Corte d’Appello potrebbe non riconoscere, potrebbero collocarsi gli «esterni» che Vendola – onde risarcire la maggioranza dell’eventuale penalizzazione – chiamerebbe in giunta.

Innanzitutto le caselle. Tra i 14 assessori uscenti vi sono sei del Pd, di cui due di Bari e 4 delle altre province (nel 2005 la sesta provincia ancora non esisteva). Innanzitutto, visto il netto risultato di Vendola rispetto alla sua coalizione e al Pd, si tratterà di capire se il governatore intende confermare quei numeri e quelle collocazioni. In rotazione, ad esempio, potrebbe andare la vicepresidenza della giunta, sinora assegnata al Pd e a Lecce (prima Frisullo e poi la Capone).

Questa volta i «rumors» danno a Foggia la poltrona, col possibile scambio di deleghe tra Elena Gentile e Loredana Capone (ambedue Pd), che verrebbero confermate. Attesa una conferma anche per Fabiano Amati (Brindisi), Michele Pelillo (Taranto) e Guglielmo Minervini( Bari), sarebbe in bilico il sesto posto, quello sinora assegnato a Mario Loizzo, al quale (ma siamo sempre alle ipotesi) subentrerebbe un altro Pd barese, Antonio Decaro, «campione» della giunta Emiliano nel settore Trasporti.

Resta in piedi l’ipotesi, che va però sgonfiandosi col passare dei giorni, di un ingresso del segretario regionale Sergio Blasi. Ipotesi osteggiata da buona parte del Pd, che non intende «sbugiardare » il voto delle troppo recenti primarie nè dare spago al sindaco di Bari Michele Emiliano di riprendere in mano le redini del partito. Se dunque Blasi, pur solleticato all’idea, dovesse mantenere il solo posto di consigliere regionale, il Pd potrebbe avanzare una casella (la seconda in quota Lecce) da inserire nella giunta e, in questo caso, sarebbe il capogruppo uscente Antonio Maniglio in pole position.

Un po’ troppo elevare a 7 su 14 la quota di governo del Pd? I Democratici hanno eletto 19 o 23 consiglieri, a seconda di ciò che deciderà l’Appello, mentre le liste di Vendola (Puglia e Sel) hanno eletto ben 13 consiglieri (o 16). Viste le proporzioni, è plausibile che Vendola lasci al Pd sei posti, spalmando le altre 8 caselle – alla luce dei risultati – tra le proprie liste, gli «esterni» e l’Idv. Se Tommaso Fiore, Angela Barbanente e Gianfranco Viesti viaggiano verso la conferma, si liberano le caselle della Godelli e della Terrevoli, una delle quali potrebbe essere assegnata all’Idv (Giacomo Olivieri) mentre l’altra ad un’esterna.

Le restanti 3 caselle, dunque, alle liste Vendola: in uscita Introna (per la presidenza del consiglio) e Losappio, ai quali potrebbe subentrare una donna e il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni (sarebbe lui il quinto «esterno»), mentre verrebbe confermato Dario Stefàno.

«I risultati delle ultime consultazioni elettorali non sono un motivo per chiedere un ulteriore cambio di leadership del nostro partito – attacca Alberto Losacco, deputato Pd, rintuzzando l’ipotesi Blasi in giunta – è questo il momento di mettere da parte i personalismi e di lavorare di comune accordo per il bene del Pd. Il segretario del partito non è in discussione e ha dinanzi a sé poco meno di quattro anni di lavoro. È un’occasione straordinaria che, sino ad ora, il Pd non ha avuto e che, pertanto, oggi non può sprecare».

IL PDL PROVINCIALE VERSO IL CAMBIO DELLA GUARDA. SI INCOMINCIA DA BARI
Il centrodestra accelera il passo sulla riorganizzazione dei propri assetti e, come già annunciato, lunedì alle 18 il candidato governatore sconfitto, Rocco Palese, riunirà tutti i 26 consiglieri regionali eletti per un primo confronto conoscitivo. Tra loro, appena 10 sono i consiglieri uscenti risultati confermati alle urne e ben 16 (uno dei quali, Tato Greco della Ppdt, ha già bazzicato i banchi di via Capruzzi prima di convolare a Montecitorio) sono alla prima esperienza in consiglio regionale. Al centro della riunione, l’analisi del nuovo scenario che si apre nell’assise regionale: non più una miriade di sigle e «bandierine», ma appena 3 gruppi consiliari (Pdl, Puglia prima di Tutto e i Pugliesi) tutti identificabili nell’unico partito di Silvio Berlusconi. Quanto basta per rendere inutile sia la figura di un «coordinatore » dell’opposizione (ruolo del quale si era parlato nei giorni scorsi assegnandolo proprio al candidato governatore sconfitto) sia un passaggio dello stesso Palese a capogruppo del gruppo Misto. Scelta, questa, adottata dai suoi predecessori (l’ultimo è stato Fitto) proprio per porre il candidato governatore in ruolo «di garanzia» rispetto alle diverse opzioni politiche presenti nel centrodestra, pluralità come detto non più esistente.

Probabile, dunque, che Palese guidi uno dei tre gruppi (per le altre postazioni circolano i nomi di Marmo e Damone). Ma non è l’unica novità che si prospetta per il Pdl. Le intenzioni romane sono di rivedere il quadro dei vertici in tutto il partito sparso sul territorio ed è probabile che, diversamente rispetto al passato, ai consiglieri regionali venga affidato un ruolo più di peso nelle scelte politiche di qui ai prossimi anni. L’aver affidato la guida dei partiti provinciali ai parlamentari, tra frizioni sul piano locale e fibrillazioni con Roma, non ha sortito l’effetto di rovesciare l’onda lunga del centrosinistra sia alle amministrative che alle Regionali. Di qui il probabile ricambio nei coordinamenti provinciali del partito, a cominciare da Bari dove si giocherà la partita più importante forse già nel 2013 (con Vendola proiettato alle politiche che farebbe staffetta alla Regione con il sindaco di Bari Emiliano). Partita sulla cui strategia si gioca anche una sfida, tenuta rigorosamente sottovoce, tra il ministro Raffaele Fitto – che sinora ha gestito le vicende pugliesi per conto del Cavaliere – e il vicecapogruppo Gaetano Quagliariello.

Inoltre Palese, dopo aver incontrato i consiglieri, conta di convocare a breve anche una riunione con tutti i candidati, non eletti compresi. Resta in piedi l’ipotesi di un avvicendamento al coordinamento regionale. Il risultato delle urne, seppur positivo (31%), non ha consentito il sorpasso su Vendola e alcune scelte di Amoruso sulle liste hanno indispettito un pezzo del partito. La soluzione, però, non sarebbe facile: a fronte delle rivendicazioni dei «fittiani », che premono per Cassano, c’è che quella casella fu assegnata ad An.

BEPI MARTELLOTTA