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Vendola bis, continuità e più donne. Ecco la nuova squadra di governo

Cinque assessori al Pd, quattro esterni ai partiti. Blasi: «È un buon segnale se facciamo presto.

 

Cinquanta per cento di presenze femminili, continuità delle deleghe agli uscenti che saranno in parte riconfermati, cinque assessori al Pd rappresentativi dei vari territori, 4 esterni ai partiti ed uno a La Puglia per Vendola. Tutti autoctoni. Sarebbe questo l’identikit parziale della giunta Vendola disegnato, dallo stesso governatore (tornato al lavoro dopo un breve periodo di vacanza) in un incontro con il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi, alla presidenza della Regione. Incontro al quale ha partecipato anche il responsabile regionale di Sel, Nicola Fratoianni. All’uscita, naturalmente, i protagonisti hanno rilasciato solo dichiarazioni interlocutorie. «Lavoreremo – ha detto Blasi – per essere pronti. Penso che sia un buon segnale fare molto rapidamente e indicare subito la nuova giunta, dopo la proclamazione del presidente». Si è trattato di una prima chiacchierata, ha spiegato ancora, «sul profilo del governo e la missione che il presidente vuole dare ai prossimi cinque anni. Adesso, su questo, il Pd ragionerà, convocherà gli organismi e vedremo».
I criteri della squadra assessorile, però, concordano: «Qualità politica, umana, morale oltre alla competenza. Su quello che ha in testa il presidente c’è una condivisione piena». Nessun nome sarebbe stato fatto, ha assicurato Blasi ai giornalisti che lo tallonavano, «lo vedremo nelle prossime ore». Intanto, ha aggiunto, Blasi, «sono d’accordo che ci sia un equilibrio di genere e credo sia un segnale politico importante che viene dalla Puglia». Nessun commento, invece, sul fatto che il risultato elettorale non esaltante conseguito dal Pd possa avere riflessi sul numero degli assessorati assegnati (due in meno rispetto al primo mandato): «Non abbiamo parlato di numeri e su questo non ci sono ipotesi in campo. Ora noi ragioneremo come Pd rispetto a eventuali conferme o a altre ipotesi».
Di certo, l’esecutivo resterà «nel contesto territoriale: qui ci sono risorse umane, competenze e qualità politiche. Non abbiamo bisogno di andare fuori dalla Puglia». Già questa mattina Blasi incontrerà alcuni degli assessori uscenti per valutare il messaggio di Vendola. Dietro le dichiarazioni di maniera, comunque, un primo schizzo della squadra di governo – un foglio bianco fino a ieri – comincia a prendere forma. Per il governatore sembrerebbero intoccabili i nomi di Elena Gentile, Fabiano Amati, Michele Pelillo che, fra l’altro, hanno fatto il pieno di voti nei rispettivi territori. Oltre all’uscente Guglielmo Minervini. Proprio nella logica della rappresentanza dei territori, la presenza di Minervini potrebbe escludere quella dell’assessore della giunta Emiliano, Antonio Decaro, neo eletto in Consiglio. Nel Salento, corrono in tre per una delega: la vicepresidente uscente Loredana Capone, Sergio Blasi e l’ex capogruppo del Pd, Antonio Maniglio. Proprio Maniglio, in caso restasse fuori dalla giunta, potrebbe ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio, poltrona contesa anche dagli assessori uscenti Mario Loizzo e Onofrio Introna. Per quanto riguarda i 4 assessori tecnici, tre potrebbero essere in quota Vendola: Tommaso Fiore (Sanità), Angela Barbanente (Urbanistica) e Silvia Godelli (Cultura), tornata sul podio. Non scontata la riconferma di Gianfranco Viesti. Alla lista elettorale La Puglia per Vendola andrà quasi certamente un assessore e dovrebbe essere l’uscente all’Agricoltura, Dario Stefàno.
I "ripescati" dovrebbero essere riconfermati nei propri incarichi di giunta in nome di quella «continuità amministrativa» alla quale lo stesso Vendola ha accennato, ieri, nel colloquio con Blasi. Se 9 assessori su 14 resteranno ai propri posti, potrebbero essere 5/6 le new entry (o due di più – ma è un’ipotesi meno probabile – se si salirà ad una squadra a 16, con 78 consiglieri). Uno degli assessorati dovrebbe essere assegnato ad Idv (Nicastro o Olivieri). Nel rispetto della parità di genere, tre almeno dovrebbero essere le nuove assessore. Una in quota alla Federazione della sinistra (Prc, Verdi e Pdci) e commenta Franco De Mario: «Ho sentito dire che il presidente potrebbe indicare un assessore vicino al Prc. Ma è corretto che incontri la federazione – che conta un rispettabilissimo 3,2% di preferenze – non i singoli responsabili dei partiti per una valutazione collettiva». A Sel, partito del presidente Vendola, potrebbero andare uno o due assessorati, accontentando così anche i socialisti. Fra i nodi da sciogliere nel Pd c’è anche la scelta di Blasi fra la segreteria e l’assessorato, questione sulla quale il deputato Pd, Alberto Losacco, manda a dire in una nota: «I risultati conseguiti alle regionali non possono nè devono tradursi in una messa in discussione della leadership del nostro partito».
L’esito della consultazione «rende indilazionabile una riflessione comune. E’ giunto il momento di lavorare di comune accordo per il bene del Pd. Sarebbe sbagliato perseverare nei vecchi errori, anteponendo le rispettive storie agli obiettivi comuni. Il segretario regionale del partito non è in discussione ed ha dinanzi a sé un lungo periodo per la ripresa dell’iniziativa politica di un partito che, forte di una propria identità e proposta, parli all’intero centrosinistra, senza appaltare ad altri la capacità attrattiva verso l’elettorato cattolico o quello più radicato a sinistra». Prossimi incontri con gli altri partiti tutti concentrati giovedì, ma le convocazioni devono ancora partire.

Lorena Saracino