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Gargano/ Piano Parco adesso i sindaci chiedono la “rivisitazione”

Nell’ultima riunione della comunità dell’area protetta: tutto torna in discussione.

 

L’ultima riunione della comunità del Parco, oltre al botta e risposta tra sindaci e commissario dell’ente, è stato letteralmente “riesumato” il piano del parco del Gargano, da tempo “dormiente”.La bozza di piano è quella elaborata dall’Agriconsulting di Roma (presidente è Massimo Cordero di Montezemolo, padre del più conosciuto Luca, presidente della Ferrari). Dopo i flop che hanno, finora caratterizzato il suo percorso, oggi i sindaci chiedono, non solo che venga discusso, ma soprattutto una sua rivisitazione, riferita in modo particolare alla sua perimetrazione E’ pur vero che, in questi anni, c’è stata la defenestrazione di Giandiego Gatta e la sua riammissione al vertice dell’ente, che, indiscutibilmente, ha segmentato il percorso per arrivare alla sua definizione.
Non può, però, essere questa la giustificazione dei ritardi che continuano ad allungarsi. La linea che, finora sta emergendo, è appunto quella di una completa rilettura del documento, apportandovi quegli aggiustamenti che vengono indicati dagli Organi rappresentativi di ogni Comune.
Punto di partenza – per gli amministratori – è che Piano non deve vuol dire cedere da parte dei comuni la propria sovranità al Parco, anzi, per certi versi, deve essere vero esattamente il contrario perchè la pianificazione dell’area protetta non potrà esserci senza il pieno accordo tra enti locali e parco; l’impegno è quello di puntare a una strategia che possa servire a raccordare i due momenti.
Il Gargano è un territorio pieno di differenze, abitato e modellato sin dall’antichità, un mix di valori naturali, mescolati con quelli culturali in cui c’è tutto e il suo contrario. Ci troviamo, in sintesi, di fronte ad una situazione intricata al cospetto di una perimetrazione non omogenea, che comunque non deve scandalizzare nessuno. Concetto di fondo è, in poche parole, che le comunità locali vedano nel parco un punto di riferimento politico-amministrativo con il quale dialogare e, da parte del parco, che sappia svolgere una efficace funzione di coordinamento sovracomunale. In sintesi, il futuro piano del parco dovrà saper coniugare tutela, sviluppo e occupazione, cosa possibile se si riuscirà ad armonizzare le grandi potenzialità del Gargano per trasformarle in risorse significative, non trascurando la crescita culturale del territorio. L’obiettivo – a parere degli amministratori – che il piano si deve porre è quello di “costruire uno strumento che non sia una gabbia di vincoli, ma un sistema regolativo basato sulla continua cooperazione dei soggetti del territorio. Solo a queste condizioni si potrà dire che si sta lavorando per il perimetro del parco, ma soprattutto per l’intero Gargano, inoltre, soltanto su queste certezze il parco potrà diventare un motore di sviluppo economico”. Infine, la stesura di uno strumento così importante non può non sollecitare una partecipazione qualificata da parte di quanti, fuori dalle strettoie particolaristiche, sappiano guardare al parco come la vera, grande opportunità per le comunità locali, offrendo contributi di alto profilo. Quindi, un confronto a tutto campo per approfondire gli aspetti più significativi.

Francesco Mastropaolo