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Vieste – QUANDO LA MUSICA E’ PASSIONE: LEO SOLDANO E I SUOI RAGAZZI

 

La musica oggi può servire a rappresentare gran parte della nostra vita. Ci accompagna nei momenti di solitudine. E’ testimone di emozioni. Ci fa viaggiare verso il mondo della comunicazione!
Nella nostra piccola comunità ho avuto modo di fare una chiacchierata con Leo Soldano, un viestano che all’età di 17 anni, grazie alla musica è riuscito a superare dei momenti difficili. Adesso ha messo a frutto quella passione ed insegna presso l’associazione musicale «Diapason».

Lo fa insieme ad altri giovani colleghi, come Maria Candelma e Pietro Loconte (pianoforte), Giuseppe Coco (strumenti a fiato), Grazia Gesmundo (teoria e didattica), Nella Ferro (chitarra classica e percussioni) e Pasquale Arena (batteria moderna).
«Leo, parlami della musica», gli chiedo con molta semplicità. E lui, con timidezza, mi spiega che «la musica è innata, la devi avere dentro, devi coltivarla e svilupparla ad alti livelli», che «fa stare bene con se stessi» e che «una figura timida come me trova facilità nell’esprimersi con la musica».
Un momento di silenzio. Non avrei voluto interrompere l’emozione che mi hanno lasciato queste semplici parole. Scrivevo lentamente, assaporando ogni sua espressione e capivo che spesso è difficile spiegare ciò che sentiamo dentro. Alcuni utilizzano la pittura, altri la scrittura e c’è chi come Leo che attraverso la musica riescono a comunicarci un universo interiore.
A questo punto la mia curiosità si rivolge all’associazione musicale «Diapason».
«Da quest’anno — racconta Leo — il livello musicale è davvero salito. Abbiamo gruppi di donne, bambini e ragazzi che migliorano giorno dopo giorno. Inoltre da quasi tre mesi è nato un nuovo lavoro chiamato School of Rock Jam Project e comprende sei gruppi musicali».

Sono un bel gruppo di giovani appassionati: «Blues Fusion Lab» con Antonio Fusco, Gaetano Iervolino, Giusepe Solitro, Marco Troiano e Tiziano Caizzi; «Classic/Power Trio Lab» con Danilo Nobiletti, Gaetano Iervolino e Graziano Kholstetter; «Beatles vs Rolling Stones Lab» con Danilo Nobiletti, Gaetano Iervolino, Umberto Vescera e Giuseppe Gentile; «Music Impro Lab» con Luca Rollo, Giacoma Di Vieste, Daniele Sicuro, Michele Lopriore, Giacomo Aliota e Andrea Ragno; «Pink Power Lab» con Martina Lucatelli, Giacoma Di Vieste, Francesca Sako ed Alessia Tatalo; «Children Rock Lab» con Domenico Lucatelli, Rocco Frascolla, Alessio Nobiletti e Rebecca Caposiena.
E’ importante constatare come dei ragazzi tra i 10 e 17 anni passino il loro tempo a studiare musica.
«Con tanto entusiasmo. — sostiene Leo — Spesso si riuniscono per una pizza in compagnia e passano la serata a suonare insieme».

«La cosa importante — aggiunge — è fare aggregazione». Ma non solo. «I genitori sono una forza vincente per questi ragazzi perché sono loro a sostenerli ed io vedo tutti i giorni i loro sacrifici».
La chiacchierata volge al termine. Con un sorriso, rientrando a casa, rifletto sulle ultime parole di Leo e giungo alla conclusione che i giovani hanno bisogno di trovare ogni giorno un modo per comunicare quello che sentono dentro.
E se la musica oggi li rende capaci di esprimersi nella libertà, allora a questo nostro paese non resta che il compito di incoraggiarli.
Marta Rignanese