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Riceviamo e pubblichiamo/ Lasciatemi parlare di gnocche!

Eppure la libellula è una posizione più comoda rispetto allo scorpione.

 

Nel segno della supergnocca è la scelta dell’azienda Pannitteri & C.: “L’arancia ha un nome, una voce e anche il volto di una bella ragazza” che si chiama Rosaria Russo. Sul sito web dell’azienda siciliana, diversi sono gli slogan usati per invitare i cuccioloni maschi ad addentare per la prima volta Rosaria: “Ma tu l’hai vista Rosaria?”, “Ecco perché Rosaria è così buona”. E’ penetrante ma mai invadente lo spot tv Rosaria: “Diventi rossa per passione, un desiderio ricco di passione, nella tua ambrosia distillata, nessuna goccia è sprecata”. Caro Zar, sogno dei desideri delle fanciulle di ieri, ascolta la canzone di Rosaria:  “[…] baci d’amore, aspri e bagnati, un giorno ti chiamerò Rosaria, quando ti vedo sai mi manca l’aria, distesa su un carretto appari morbida, succosa vitaminica e solare, quando ti sbuccio sei straordinaria”.
La rappresentazione della gnocca nel linguaggio commerciale è essenziale per impennare i profitti delle aziende. La campagna pubblicitaria allestita per Relish dall’agenzia pubblicitaria F.& Friends è coinvolgente. Lo slogan “te la diamo gratis”, l’ultima volta usata dall’azienda Caffè Borbone, tira sempre. La malizia e l’ironia sono le armi per sedurre non solo i maschi. Chissà cosa darebbe la Blue Girl, in arte Revenge of the Sex demon King, per assaggiare Rosaria.
La femminilità, la sensualità, la malizia, la provocazione, il fascino, l’erotismo, la sensualità, il sorriso, le caratteristiche, di ieri e di oggi, sia pure in un ambiente sociale ed economico diverso, con differenti canoni di bellezza, diverse per prodotto da reclamizzarre, essenziali per la promozione di un prodotto commerciale. La diffusione dell’immagine della donna, all’interno di un piano di comunicazione capace di coinvolgere tutti i media, può svolgere un ruolo importante nello sviluppo economico. Sottovalutare il fascino della donna, per parlare dei nostri agrumi, è una delle cause della crisi in cui versa l’agrumicoltura di Rodi Garganico. Le locandine pubblicitarie e le carte veline delle ditte Ciampa & Sons, Ricucci, De Felice, Ruggero, Del Giudice, Pacifico, Russo, Ognissanti, Gramigna avevano l’obiettivo di sedurre i commercianti all’ingrosso delle aste di Parigi, Londra e New York. La professoressa Maria Teresa Rauzino, in “Belle donne, merletti e tramonti: il successo delle arance del Gargano”, mette in evidenza come la gnocca contadina The Pride of Rodi “fa leva sull’ambiguità della donna/arancia”, “la presenza di arance giganti poste vicino alle donne pone l’accento sulla simbologia della fecondità, dell’abbondanza. Gioia di vivere, vitalità e sessualità i tratti salienti delle donne delle Società Agrumarie”. Era dura per i compratori indiavolati delle aste all’ingrosso. In compagnia delle nostre bellezze, esposte sulle pareti (le locandine pubblicitarie), e in mano (le carte veline e, soprattutto, i frizzi, leggendarie quelle color carne della ditta Ricucci, incredibilmente somiglianti alla biancheria intima Triumph), c’erano le bellissime ragazze siciliane. Doveva essere, caro Zar, uno spettacolo per gli occhi: su una parete la prosperosa ragazza dei Fratelli Ognissanti & C, dall’altra Mexican Woman della ditta Barone Bosco & C. di Palermo. Nella mano destra i frizzi di Ricucci, nella mano sinistra i frizzi della siciliana Giuseppe Fisichella!
Ovviamente l’uso dell’immagine della donna nell’iconografia commerciale non era esclusiva prerogativa del mondo degli agrumi. Con riferimento alle locandine pubblicitarie, questa volta destinate a un pubblico borghese, nella Parigi dell’ultima metà dell’800 le fanciulle sui muri allietavano la vista e richiamavano il pubblico nei caffè, negli spettacoli. Chéret era il maestro della rappresentazione delle figura femminile in chiave commerciale. Per non dimenticare Steinlen, Lautrec. Con il ceco Mucha le donne pubblicizzavano lo champagne Moet & Chandon. Con Dudovich, e siamo in Italia, “la donna dialoga con l’automobile, è lei che sta pre prenderne possesso. La donna e la macchina rossa, espressione del desiderio, sono i protagonisti della scena “. Era divino lo stesso autore nella locandina pubblicitaria commissionata dalla ditta Mele Napoli/ giovane signora in primo piano ammirata da una coppia appena accennata sullo sfondo. Con Metlicovitz, la “bottiglia diventa donna, s’identifica con la donna e la seduzione femminile”.
Ritornando ai giorni nostri, e spostandoci ovviamente sugli spot TV, sono sempre la femminilità, la sensualità, la malizia, la provocazione, il fascino, l’erotismo, gli elementi che caratterizzano i video commercialmente più interessanti. Provate con Victoria’s Secret, e se non siete convinti provate con  Bmw 3 Spot Modica o, magari se non siete proprio soddisfatti, non vi rimane che Spot Aperol 2006 o, proprio per sognare, Irina Sheik, testimonial dello Spot Intimissimi 2009.
Lasciatemi parlare di gnocche!
Quando parlo di fiocchi d’amianto, di arsenico, di speculazioni edilizie e di tante altre criticità del territorio, mi ritrovo in un’immensa e straordinaria solitudine (mi evitano tutti) e, forse, mi espongo a forti rischi per la mia incolumità. Non voglio convincermi che Vieste sia davvero perduta e che in fondo noi viestani, incapaci di rivendicare i nostri diritti, non valiamo niente. In attesa degli sviluppi futuri dell’idea di Maurizio Tangari (capirete presto), ritorno all’Università per conseguire, forse unico studente in Italia, il terzo titolo universitario in 5 anni di studio. Mou direbbe: ”3 tituli”.
Buona estate maliziosa e sensuale a voi tutti, libellule e scorpioni. Un cordialissimo saluto per tutti gli amici di OndaRadio. Tranquillo carissimo partigiano Johnny, la mia unica e bellissima gnocca si chiama Michela.

Lazzaro Santoro