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Concepire il Gargano come una città con diciotto quartieri

Ancora nulla si muove per vedere finalmente aperto il “Museo Paleontologico” di Borgo Celano. In occasione della visita del neo consigliere regionale Giandiego Gatta (PDL) a San Marco in Lamis  per la premiazione degli eventi della settimana santa,  Sanmarcoinlamis.eu ne ha approfittato per strappare all’avvocato qualche indiscrezione sul futuro del parco dei Dinosauri.

 “Su questo posso dire poco – dichiara Gatta – visto che dal 24 aprile non sono più commissario del Parco Nazionale del Gargano, tra l’altro su questa vicenda si sta alimentando una polemica da ogni dove. Non so francamente quali siano stati gli sviluppi, quello che posso dire è che durante il mio commissariamento e la mia presidenza abbiamo fatto il possibile perché si costituisse e si dotasse San Marco di questa meravigliosa struttura museale, una delle più grandi dell’Italia meridionale in materia di paleontologia.”   Nel Parco, con il suo percorso che si snoda per 1400 metri, sono presenti venti blocchi di pietra con su le impronte dei dinosauri “quelli veri” ritrovati per caso nelle cave tra San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo nonché delle fedeli quanto affascinanti riproduzioni degli antichi rettili . Inoltre è presente un annesso museo per visite multimediali. “E’ prevista anche un’espansione, ma allo stesso tempo è utile ricordare che il Parco non è una risorsa solo per San Marco ma anche per i centri viciniori. Ma vedete – aggiunge ancora Gatta – il dramma del Gargano è questo: se concepiamo questo museo come quello dei sammarchesi, se concepiamo il museo della preistoria di Grotta Paglicci come quello dei rignanesi noi non andiamo da nessuna parte. Noi abbiamo la necessità di concepire il Gargano, ed è una mia sfida, in parte ci sono riuscito in parte avrei avuto bisogno di più tempo, come un’unica città composta da diciotto quartieri. Se continuiamo a vedere il parco paleontologico come opportunità solo per San Marco, la cosa viene vista come un interesse per i soli sammarchesi. Non deve essere così. Il fatto che sia allocato a San Marco è una fortuna che però deve riguardare anche i centri vicini. Bisogna mettersi in rete – tuona Gatta – occorre un itinerario culturale che unisca il museo di San Marco, quello di Rignano, magari la via sacra Langobardorum con una rivitalizzazione di quelli che sono i ruoli di Santa Maria di Stignano, del convento di San Matteo di cui si parla sempre troppo poco, gli eremi di Pulsano e dei tanti eremi presenti sul territorio di San Marco. Se riusciamo a creare questo circuito virtuoso allora ne usciamo. Il fatto che nessuno abbia partecipato alla gara probabilmente è sintomo di un certo tipo di cultura poco imprenditoriale dei garganici. Il vero gap del sistema Gargano è che da noi c’è poca gente disposta a rischiare. Ci sono imprenditori seri, lungimiranti, coraggiosi ma sono casi isolati. Tanti preferiscono avere uno stipendio fisso magari elargito dal comune o dal parco. C’è sempre il mito dello stipendio fisso – conclude l’avvocato – non è questo il concetto d’impresa che da codice civile si fonda sul rischio. Se manca il rischio manca l’impresa, quella vera, quella autentica. Tutto il resto è assistenzialismo e questo non possiamo permettercelo.” Ed aggiunge “l’assistenzialismo piagnone ha decretato la morte di tante generazioni.”

Antonio Ciavarella