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Al Foggia torna don Pasquale “..e con me Zeman e Pavone”

Casillo, il patron dei tempi d’oro, vuole il club senza pagare i debiti. “Il sogno è riportare la squadra in alto. Però alle mie condizioni”.

 

Casillo rompe gli indugi: «Il Foggia? Certo che mi interessa, ma alle mie condizioni». La foga è quella dei tempi andati. Quando Pasquale Casillo attaccava tutti senza timore. Le vicende giudiziarie – l’arresto, le accuse di associazione a delinquere, cadute nel febbraio del 2007 con l’assoluzione dei giudici del tribunale di Nola con formula piena per non aver commesso il fatto – lo hanno reso più vigile, sospettoso. Soppesa le parole, ma i concetti sono chiari: «Io non posso ancora impegnarmi in prima persona, purtroppo il processo a mio carico per il fallimento del gruppo Casillo dal 1994 è ancora alle indagini preliminari, ed io non posso operare da allora, da 17 anni. Ma la mia famiglia, con due grossi imprenditori locali, è pronta sin da subito a rilevare il Foggia. Una cosa, però, deve essere chiara: noi non paghiamo i debiti degli altri».
Dichiarazione netta e precisa, che scaturisce dall’analisi della volontà degli attuali soci del Foggia espressa attraverso il sito ufficiale, mercoledì, con un comunicato che oltre a sembrare un commiato con la tifoseria tracciava le linee per un eventuale disimpegno: «Il Foggia – recitava nella parte finale il comunicato – è a disposizione gratuita di chiunque ne fosse interessato, la debitoria esistente può ritenersi del tutto fisiologica per una società di calcio di Prima Divisione e comunque è controbilanciata dal valore di un parco giocatori emergente (con calciatori richiesti da società di categoria superiore) e del titolo sportivo, nonché da alcuni crediti vantati nei confronti della Lega ed esigibili nella prossima stagione». Insomma, dicono i dirigenti, chi vuole si faccia avanti, noi non pretendiamo nulla, cediamo il Foggia così com’è.
Casillo, quali sono le sue condizioni?

«Io non voglio pagare per i debiti contratti dagli altri, ma neanche voglio usufruire dei crediti vantati dagli attuali soci, sono soldi loro ed è giusto che vadano a loro. Dicono di avere un parco giocatori emergente (Burzigotti, Liccardi, Mattioli, Agostinone e Posillipo, ndc), di vantare crediti in Lega, di avere comproprietà da risolvere a loro vantaggio (Salgado, Coletti, Esposito e Velardi, ndc). Bene: è giusto che tutti questi soldi vadano a loro. Per me possono vendere tutti i giocatori, riscuotere tutti i crediti che appartengono loro, non mi spaventa affatto l’dea di prendere una società senza nessun giocatore. Ovviamente esistono i diritti ed i doveri: devono pagarsi tutti i debiti che hanno contratto. A quel punto possiamo cominciare a parlare del titolo sportivo. Ci sediamo attorno ad un tavolo e stabiliamo il suo valore».
Ha già in testa un progetto sportivo?
«Io a Foggia non posso fare brutte figure, non sono il tipo e soprattutto non lo meritano i foggiani. Foggia deve tornare nel calcio che conta».
Su quali uomini punterebbe?
«Ovviamente con noi ci sarà Peppino Pavone, un uomo competente, onesto e fidato. Poi il sogno è quello di riportare Zdenek Zeman a Foggia. Lui – detta convinto Casillo – non merita di stare fuori dal calcio, lui meriterebbe la serie A, e spero che la trovi, in caso contrario spero che accetti di venire a Foggia, sono convinto che rinasceremo insieme».
E quale sarebbe l’obiettivo?
«Riportare il Foggia laddove era quando me l’hanno tolto».

Lino Zingarelli