Menu Chiudi

Turismo balneare/ La legge pensiona i pedalò

Regole troppo rigide, i gestori dei lidi balneari criticano la Regione.

 

Il pedalò rischia l’estinzione. L’ordinanza per il turismo e le strutture balneari della Regione Puglia vieta il transito non solo delle imbarcazioni a motore, ma anche di quelle a pedali e a remi, nello specchio d’acqua destinato alla balneazione, fino a 150 metri. In più, sandalini, pattini, canoe e altri mezzi abitualmente utilizzati da famiglie con bambini, anche piccoli, devono entrare e uscire dal mare utilizzando esclusivamente appositi corridoi dì lancio e atterraggio. Vincoli che, di fatto, costringono i titolari di concessione demaniale a rinunciare a mettere a disposizione dei clienti mosconi, pedalò e tutto il resto, la maggior parte dei quali, per questa stagione, è rimasta in deposito. Il rischio, infatti, oltre a sanzioni amministrative che vanno da un minimo di mille e 34 euro a un massimo di duemila e cinquecento euro, è la revoca della concessione demaniale marittima, dunque la chiusura dello stabilimento.
I titolari dei Lidi hanno preso atto quest’anno del contenuto dell’ordinanza emanata l’anno scorso. L’allarme venuto dagli operatori di Gallipoli, Porto Cesareo e Ugento, i quali, unanimemente, hanno deciso di lasciare i pattini nelle rimesse. «La maggior parte degli stabilimenti non dispone di aree sufficienti per attrezzare i corridoi di lancio e le piattaforme per lo stazionamento dei mezzi a scapito di sdraio e ombrelloni – spiega Mauro Della Valle, presidente di Assobalneari-Salento – Senza contare i rischi che corrono i noleggiatori di pedalò e canoe, costretti ad allontanarsi di almeno duecento metri dalla riva. In caso di incidenti o altri disguidi, i soccorritori, per primo il bagnino, interverranno con ritardo e difficoltà».
Considerando queste e altre incongruenze, nell’ambito dell’ordinanza regionale, Della Valle ritiene che non. solo la vigilanza, ma anche la regolamentazione della fruizione degli arenili e del mare debba spettare alla Capitaneria di porto e non al Demanio marittimo.