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Puglia/ Negati oltre 250 chilometri di costa. Cemento, ai lidi cinquecento deroghe

Ingressi a mare, un quarto di Puglia resta inaccessibile.

 

Muretti, cancelli, recinzioni di ogni tipo: ecco le saracinesche sul mare pugliese. Un quarto della costa, quasi 250 chilometri di spiagge e scogliere, è inaccessibile ai cittadini. L’ingresso, ma anche solo la vista, è intralciato da strutture non sempre in regola con la normativa regionale. Sono trascorsi tre anni dall’entrata in vigore della nuova normativa emanata dalla Regione per regolamentare la gestione delle strutture balneari, però non tutti si sono adeguati.
Nel 2007 la giunta di Nichi Vendola dichiarò guerra agli stabilimenti balneari circondati e chiusi dai muretti abusivi. Esattamente tre anni dopo la situazione, stando ad un monitoraggio del Wwf, è sì migliorata ma il 25% della costa pugliese rimane inaccessibile. Non solo. Un anno fa, la competenza demaniale sulla costa è passata dalle mani della Regione ai Comuni. Questo significa che autorizzazioni edili di ogni tipo vengono rilasciate dalle amministrazioni locali. Risultato? A sentire l’associazione ambientalista un disastro. «In meno di un anno – lancia l’allarme Pasquale Salvemini, presidente del Wwf Puglia – sono state concesse deroghe a pioggia, oltre 500. Così, i lidi privati, i ristoranti, in generale le strutture ricettive si sono allargate, hanno rubato altro spazio alla natura e aumentato la cementificazione della nostra bella ma maltrattata costa. Il passaggio integrale delle competenze demaniali – attacca Salvemini – sta massacrando il paesaggio costiero». L’appello, quindi, è al neo assessore Lorenzo Nicastro affinché «intervenga creando un gruppo di monitoraggio interforze, perché oggi la Regione ha perso il controllo».
Il Wwf tira in ballo anche i sindaci pugliesi. «Occorre un loro passo indietro – spiega Salvemini – devono dimostrare maggiore buonsenso: non possiamo permetterci il clientelismo nel settore demaniale». Ritornando sul tema dell’accesso negato, nel corso dell’ultimo anno sono state 22 le denunce penali per abusivismo, 85 le sanzioni amministrative elevate. Numeri che confermano che, tre anni dopo l’entrata in vigore del regolamento firmato dall’ex assessore al turismo, Guglielmo Minervini, ancora troppi chilometri di cemento flagellano la costa. Per la precisione circa 250 chilometri, da Nord a Sud del Tacco d’Italia. «Da Zapponeta a Margherita di Savoia, da Mola a Torre a Mare, da Molfetta a Monopoli fin giù nel Salento, la situazione è la medesima», commenta ancora il presidente del Wwf. Tra pochi giorni, sarà riattivato il numero verde 800.085.898 al quale i cittadini e i turisti che soggiorneranno in Puglia potranno rivolgersi per segnalare altre situazioni di illegalità.
Vincenzo Damiani