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Investimenti per il turismo la Regione riscrive il bando

“Sarà modificato a settembre”.

“Quel bando l’ho ereditato, so che c’è qualche mugugno ma non c’è nessun problema, siamo pronti a modificarlo”:l’assessore al Turismo della Regione Puglia, Silvia Godelli, in questi giorni “sostituisce” il governatore Nichi Vendola in vacanza. «Il bando — insiste — per come è strutturato, non ha scadenza ma si esaurisce quando non ci saranno più le risorse assegnate. Lo modificheremo a settembre». Nel lavoro di riscrittura sarà impegnata in prima persona anche il vice presidente della giunta pugliese, Loredana Capone.
Il bando in questione è il programma integrato di investimento (Pia) del turismo e prevede un regime di aiuti per le imprese turistiche. Non tutte:le piccole e medie imprese, anche consorziate ma che abbiano fatturato, nell’ultimo esercizio, almeno otto milioni di euro. Condizioni considerate «troppo restrittive» dagli addetti ai lavori, addirittura «penalizzanti» per le grandi imprese. Un bando, insomma, che sembra scontentare tutti, grandi e piccoli, dal momento che i primi potrebbero avere le risorse ma non l’accesso al Pia, i secondi perché hanno l’accesso formale ma non quello sostanziale rappresentato dai propri fatturati, ben al di sotto degli otto milioni di euro richiesti.
Sul bando la Regione ci ha messo 20 milioni di euro di risorse europee, quelle de1 2007-2013. Anche se il bando prevede aiuti per progetti da due a 20milioni di euro, è difficile che arrivino istanze in grado di prosciugare in un mese la dotazione finanziaria del programma che può comunque essere integrato con altri fondi.
L’obiettivo del bando resta quello di migliorare lo standard qualitativo del turismo made in Puglia: O ristrutturando quello che c’è oppure realizzando ex novo, anche le cosiddette “strutture connesse” che possono essere campi da golf a 18 buche, nuovi moli per porti turistici, impianti sportivi in grado di ospitare eventi nazionali e internazionali, auditorium o centri congressi da
piste ciclabili o sentieri attrezzati, percorsi sportivi e punti di ristoro. L’impresa o il consorzio di impresa devono riservare almeno la metà del suo investimento a queste strutture che in qualche caso richiedono la disponibilità di aree estese per non meno di 200 ettari. E forse il dettaglio più «insidioso» del bando che tradisce il sospetto che si tratti di «una previsione su misura» per qualcuno. Nell’elenco dei miglioramenti che possono essere agevolati, anche la realizzazione di piscine, ristoranti, market, parcheggi, centri benessere, attrezzature per bambini, anziani, disabili come anche la costruzione di discoteche e sale da ballo ma a condizione che a gestirle sia l’operatore turistico che la realizza.

 

 

 

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