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Vieste/ E’ morto Mario

mariocariglia.jpg

mariocariglia.jpgEra a bordo di una motocicletta sulla statale 89, veniva da S. Menaio aveva terminato il suo turno di lavoro,  quando, subito dopo una curva, non si è accorto di alcuni cavalli che pascolavano allo stato brado investendone in pieno uno. Mario Cariglia di 51 anni ha avuto la peggio. Dieci giorni di tormenti e di lotta non gli sono bastati. Oggi si è spento.

Dopo Vincenzo Maiorano (il toro), Ninuccio Bosco, Michele Mattera..mi tocca ricordare Mario Cariglia, il mio amico di sempre, il mio idolo calcistico, avevo appreso la notizia il giorno dopo l’accaduto e giovedi due settembre mi ero recato in ospedale a Casa Sollievo della Sofferenza, ho atteso con cuore infranto che qualcuno mi rispondesse al citofono della sala rianimazione, un medico pieno di umanità si presentò e disse: lo abbiamo operato ma le sue condizioni sono molto critiche..con volto triste non ha voluto dire altro”..

Mi sono chiuso nel silenzio più struggente ed ho parlato con pochi amici se era il caso di scrivere qualcosa su Mario ed invitare chi lo conosceva ma anche altri a pregare per lui, abbiamo preferito non dire nulla e quindi ognuno di noi ha sperato sino all’ultimo che ce la facesse e tornasse a vivere il calcio che lo rendeva felice.

Non ho avuto la forza d’animo di parlare con Rosa, con i figli di Mario… forse ho sbagliato.

Prima di partire per Manfredonia ho saputo della sua scomparsa, mi sono isolato dalla comitiva ed ho pensato a tante cose di Mario, della sua bella immagine di persona educata, solare e piena di vita, delle nostre ragazzate, quando Mario andò a Roma da giovanissimo ci scrivemmo delle lettere come due veri amici, lui voleva che gli raccontassi del Vieste, era la sua vera passione, il calcio che lo ha reso popolare a Vieste.

Era ancora bambino quando venne a sapere da un suo amico di Foggia che c’era la possibilità di disputare il campionato dei “ragazzi”. Mise in “croce” Ninuccio Bosco, allora deus del calcio viestano per iscrivere l’Atletico al campionato Allievi. Non ci volle molto per convincere la società al grande passo. Mario e i suoi coetanei erano forti. Nacque così il primo Atletico Allievi, nacque dalla sua irrefrenabile passione, affidato all’allora capitano della prima squadra, ninì delli Santi e che allievi!

Si è scritto di lui: “Nel ’76/’77 dopo quell’amara retrocessione ritornò Michele Muscettola. La sua fu vera rivincita nei confronti di quelli che lo avevano estromesso (illudendo alla tifoseria viestana). Con lui iniziò una nuova era con alcuni giocatori "forestieri" bravissimi tra i quali i fratelli Gaetano, Valerio e Dario D’Errico, Matteo Santoro e Antonio Placentino (il professore). Il Vieste disputò grandi campionati e Mario Cariglia si distinse come il giovane più promettente del momento”.

Voglio gridare al mondo che tutto questo è ingiusto, ma già in altre occasioni l’ho pensato e quindi devo riempire il mio cuore spezzato col ricordo di una grande amicizia, quella di Mario che mai dimenticherò…

Michele Mascia