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Peschici – FESTA BAGNATA, FESTA FORTUNATA? MA CALENA SEMPRE PIU’… INCATENATA [Audio]

 

Per un giorno – un giorno soltanto anche quest’anno, il fatidico 8 settembre – i devoti di Santa Maria delle Grazie hanno ricevuto la concessione dagli “aristocratici possessori” di Càlena, in agro di Peschici, di venerarla con la recita del Santo Rosario, ma non la possibilità di celebrare una messa nel cortile monastico (Càlena val bene una messa, vivaddio!).

Qui, quantunque sito sconsacrato, anni addietro vi era già stata una celebrazione alla quale per la ricorrenza 2010 si era dichiarato disponibile il parroco don Patrizio (sostituto dell’arciprete don Saverio), che presenzia alla cerimonia da un biennio a questa parte.

La luce su Càlena, anche quest’anno, è stato il lume di una candela accesa nell’acquasantiera dalle devote. Sono bastate poche gocce d’acqua dal cielo e le prime a dissolversi – complice l’alibi meteorologico – sono state le autorità. Non le Associazioni garganiche che si riconoscono nella sigla AAG, Associazionismo Attivo Garganico, Centro Studi “Martella” in prima linea (che riunisce i migliori studiosi di storia e cultura locale), affiancato, fra le altre, da “Comitato Tutela Mare Garganico” (che si occupa “anche” di impedire trivellazioni petrolifere nel nostro mare in grado di destabilizzare un territorio altamente sismico), “Rimboschiamo Peschici”, "Legambiente FestambienteSud", "Archeoclub" di Foggia e la nostra Associazione “Punto di Stella” (che pure quest’anno ha compiuto la solita operazione informativa affinché i riflettori continuino a rimanere accesi sulla questione Càlena).

Questione Càlena, appunto. Le pie donne sono tuttora vigili e partecipano puntualmente a questa celebrazione della memoria per il rispetto dovuto ai propri antenati che portavano Càlena nel cuore. Eppure sono proprio gli uomini anziani che continuano a non essere protagonisti della necessità di una rinascita del sito storico, architettonico, paesaggistico e religioso. La presenza dei giovani e dei bambini, invece, è stata strutturata nella giovanissima banda musicale diretta dal Maestro in persona, presente all’appello come ogni anno.

La notizia dello stanziamento di tre milioni di euro, già ratificato dalla Regione Puglia, fa ben sperare di trovarsi vicini a una soluzione. La speranza è che non vadano persi (già accaduto in passato coi primi stanziamenti di 350mila euro del Ministero dell’Economia e 700mila dell’allora ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli) causa il mancato rispetto dei tempi e la mancata presentazione di un progetto di pubblica utilità. Stanziamenti che hanno seguito il destino tutto meridionale di non saper spendere i soldi stanziati, specialmente quelli della Comunità Europea. Un corso d’inglese per gli amministratori o la scelta di amministratori regionali che sappiano l’inglese sarebbero utili. E anche un aggiornamento sui valori culturali di un territorio e sull’onesto e fedele patrocinio amministrativo.

Le Belle Arti potrebbero essere promotrici di un progetto di destinazione d’uso dell’antica Abazia (872 d.C.) per mostre e convegni estivi di grande richiamo finalizzati alla promozione turistica dei flussi culturali europei. L’individuazione di un uso pubblico permetterebbe, una volta riportato il complesso al suo splendore, di non vederlo rimanere chiuso e di nuovo abbandonato per secoli. Speriamo, con l’anno prossimo, di non doverci incatenare ai paletti con catena e catenacci che di recente fanno brutta mostra di sé sul vialetto di accesso al cancello di Càlena.

Maria Mattea Maggiano

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Le celebrazioni

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