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De Leonardis: “Nulle le nomine effettuate dal commissario provinciale Angelo Cera”

"Ho appreso con stupore e disappunto la raffica di nomine dei vari responsabili cittadini dell’Udc in numerosi comuni della Capitanata, effettuata dall’ on. Angelo Cera. Stupore perchè non ero stato assolutamente informato nè sulle intenzioni, nè sui modi nè sulla tempistica dell’iniziativa."

"Irritazione perchè, sul piano sia formale che sostanziale, le regole interne del nostro partito stabiliscono con chiarezza e senza alcun margine di equivoco che il coordinatore e il presidente provinciale hanno gli stessi poteri: per cui qualsiasi decisione, in particolare se destinata ad avere ripercussioni profonde sulla dialettica interna, va concertata e condivisa".

E’ la dura presa di posizione di Giannicola De Leonardis sulle nomine anticipate da alcuni organi di informazione locali ed effettuate "in splendida solitudine dall’on. Cera. Nomine destinate a lacerare ulteriormente il partito in Capitanata in una fase estremamente delicata, che richiederebbe invece unità d’intenti e non rappresaglie, azioni punitive o inutili colpi di mano, perchè l’urgenza e la tempestività delle nomine stesse potrebbe essere legittimata soltanto da casi di vuoto e non da un massiccio e dannoso turn over", continua De Leonardis.

"Dopo aver informato il segretario regionale, on. Angelo Sanza, e d’intesa con il presidente nazionale Rocco Buttiglione, ribadiamo quindi che in mancanza di una qualsiasi concertazione e discussione tali nomine sono da considerarsi nulle e restano in vigore i precedenti coordinatori cittadini", spiega De Leonardis.

"Nei prossimi giorni verrà convocata una conferenza organizzativa del partito, per affrontare urgentemente la situazione e raccogliere il grido d’allarme lanciato dalla base elettorale in numerose località del territorio, che richiede appunto coinvolgimento ed è stufa di subire atti d’imperio. Nella convinzione che il partito non sia una scuola di polizia e che la presenza di numerosi e zelanti ‘commissari’ sia magari garanzia di maggior sicurezza e rispetto della legalità, ma che nella vita interna di un partito erede della gloriosa tradizione democristiana sia superflua e addirittura irritante: un territorio si presidia, in politica, con il consenso e non con l’imposizione".