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Sanità Puglia/: Stop a turn over ed internalizzazioni

Sospese internalizzazioni e turn over nelle Asl per i prossimi 3 anni. E sì alla stretta sulla spesa sanitaria dei privati. Ma se il governo non firmerà il piano di rientro dal deficit sanitario, le leggi approvate cesseranno di avere efficacia. A deciderlo la maggioranza con un emendamento in consiglio regionale.  L’assise si è riunita ieri a Bari per approvare i ddl contenenti gli adempimenti richiesti dal Governo per la firma entro il 4 ottobre al piano di rientro. In ballo c’è il commissariamento della sanità pugliese. Niente firma, dunque. Niente giro di vita in sanità. Un modo per cautelarsi quello della maggioranza. Prevedibile l’astensione dell’opposizione. La manovra lacrime e sangue, dunque, è appena iniziata. 450 milioni di tagli. Ospedali, posti letto, posti di lavoro. A ricordarlo le proteste di centinaia lavoratori fuori dal palazzo della regione. E una delegazione di San Marco in Lamis, per chiedere tutele per l’ospedale del centro garganico che sarà interessato dalla scure assieme a Torremaggiore e San Nicandro. A far infuriare il sindaco la mancata concertazione: "Abbiamo chiesto più volte – tuona Michelangelo Lombardi- un incontro ufficiale con Vendola e l’assessore Fiore ma finora niente". E aggiunge: "Fiore dovrebbe essere a Foggia il 27 settembre per la conferenza dei sindaci. Il nostro timore è che la discussione arrivi a giochi già chiusi, quando potremo solo esprimere il nostro disappunto". Ma l’assessore Gentile non ci sta e rigetta le accuse: "Abbiamo visitato ospedali e strutture sanitarie, compresi San Marco, Torremaggiore e San Nicandro. Si tratta di strutture che verranno riconvertite, in un’ottica diversa di tutela della salute che non punta sugli ospedali ma sul territorio. Il percorso, in ogni caso -aggiunge Gentile- non è ancora concluso". Dunque, provvedimento passibile di modifiche per il Pd –fermi restando i saldi- ma dalla Puglia per Vendola arriva il siluro: il piano per Anna Nuzziello, attraverso i tagli, dice basta agli sprechi e al clientelismo. Questo alla base della revisione ospedaliera, anche in Capitanata. "Si tratta di ospedali inutili" dice Nuzziello. Facilmente prevedibile la rivolta dei comuni interessati.Al presidente della commissione sanità il compito di rassicurare e gettare acqua sul fuoco delle polemiche: "Del piano di riordine ospedaliero -dice Dino Marino- non si discute oggi. La prima tranche dovrà essere conclusa entro il 30 novembre. Abbiamo tempo, dunque, per ascoltare tutti gli attori interessati. Il nostro impegno – aggiunge- sarà quello di garantire sin da subito l’alternativa ai territori che perderanno la struttura sanitaria di riferimento. In quest’ottico l’assistenza domiciliare diventa elemento strumento strategico". Non nasconde il disagio l’area socialista. "E’ chiaro che si tratta di provvedimenti che non condividiamo -commenta amaro Pino Lonigro- ma ci vengono imposti dal Governo. Ora tocca ai territori, ai dirigenti delle Asl in primis cercare il giusto punto di equilibrio per cercare di rendere il tutto il meno drammatico possibile", mentre dall’Italia dei Valori il pensiero va alle centinaia di lavoratori a rischio: "subito -dice il capogruppo Orazio Schiavone- un tavolo di concertazione tecnico-politico". E se il governo Vendola addebita le responsabilità dei tagli al Governo, l’opposizione ricorda i motivi per cui oggi la Regione è chiamata al piano di rientro."Sono le conseguenze della politica sanitaria sciagurata portata avanti per anni dal presidente Vendola -chiosa Cecchino Damone, capogruppo della Puglia prima di Tutto- Il presidente prima di puntare il dito contro i ministri Fitto e Tremonti dovrebbe spiegare ai pugliesi perchè per ben 3 volte ha sforato il patto di stabilità e perchè ha permesso e permette tutt’ora che nella sanità regni il caos totale. Se è chiamato ad un piano di rientro dal deficit -conclude- ci sarà pure un motivo". Ma il governo Vendola non ci sta. La battaglia sarebbe tutta politica per la maggioranza. E sui contenuti del piano, che tra tagli e soppressioni rischiano di portare gli utenti fuori regione facendo impennare la mobilità passiva fino a rendere il risparmio in sanità una mera illusione. Risponde Fiore, che non ci sta alle critiche e "svela" un possibile disegno occulto del governo nazionale ai danni della Puglia: "probabilmente -dice- è proprio questo l’obiettivo. Far arricchire le regioni con noi confinanti dal punto di vista sanitario. Vale a dire, Lombardia ed Emilia Romagna".