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Rinviata la seduta del Consiglio Provinciale. Potenza attacca Pecorella.

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Maggioranza sempre più in difficoltà a Palazzo Dogana. La  grana del presidente Pepe non si chiama più solo Udc. Ma anche Pdl, dopo il duro affondo del consigliere di maggioranza Antonio Potenza.  Destinatario l’assessore all’Ambiente, Stefano Pecorella, accusato di aver ridotto il territorio provinciale a "pattumiera d’Italia". In controtendenza rispetto al programma elettorale che ha portato alla vittoria Antonio Pepe. "Praticamente –dice Potenza- si vuole trasformare questo territorio in una bomba ecologica. Noi eletti dai cittadini non possiamo lasciare che questo accada". "Noi" insomma contro "lui", l’assessore, posizionato lì invece per "nomine calate dall’alto". Un vero e proprio fuoco amico, insomma, che crea sbandamento nel partito di maggioranza. Soprattutto perchè arriva in un momento di crisi e lacerazioni nella maggioranza, Pdl in testa. Questa mattina a Palazzo Dogana non era ben chiaro il da farsi. Vertice urgente tra Pepe, il capogruppo consiliare Mongiello, lo stesso Pecorella e il coordinatore provinciale Pdl, Gabriele Mazzone, terminato con un comunicato."Le notizie fatte circolare dal consigliere Potenza -si legge- sono infondate, frutto di equivoche interpretazioni e rilasciate dal consigliere a titolo personale" mentre il gruppo consiliare "rinnova la stima nei confronti dell’assessore Pecorella”. “La Provincia di Foggia –continua il comunicato – non si è resa protagonista di alcuno scempio. Al contrario, di una costante attività di difesa del territorio. Peraltro Palazzo Dogana non ha alcun potere autorizzativo per far realizzare centrali poiché è materia di stretta competenza regionale”. Resta, tuttavia, il dato di fatto: l’esplosione del caso tutto politico all’interno del Pdl. Anche perché il consigliere Potenza non ci sta a fare dietrofront su quanto denunciato e rimanda, per ogni chiarimento col gruppo, a lunedì, in consiglio provinciale .  Intanto la maggioranza diserta la seduta. Solo 10 presenze, garantite dall’opposizione. Consiglio slittato a lunedì 27, quando la seconda convocazione permette di abbassare la soglia dei numeri necessari per licenziare i provvedimenti. Pepe sa di rischiare. I numeri –risicatissimi- potrebbero dargli torto. Non solo il caos nel Pdl. Ad 8 mesi dall’espulsione dell’Udc e a 7 dall’elezione di Leo Di Gioia, ex assessore al bilancio, a consigliere regionale, resta infatti ancora aperto il caso Udc. I centristi, che in altre occasioni erano giunti in soccorso del presidente, avevano già provveduto ad avvisare: "niente chiarimenti, niente stampella". E tuona l’opposizione. “Si blinda il consiglio di oggi –dice Paolo Campo- con la doppia convocazione. Il che rende palese l’inadeguatezza del presidente Pepe al ruolo che ricopre”. "Peraltro –aggiunge- avremmo dovuto parlare di bilancio. Il tutto senza il nuovo assessore al bilancio sia stato ancora nominato".