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Peschici/ Baia di Zaiana: arrivano i primi segnali dell’avanzata di abusivismo

Le tempeste estive sono sempre precedute da piccoli segnali che fanno da ambasciatori: improvvisi annuvolamenti con conseguente afa. Lo stesso vale per molti casi di abusivismo in cui prima dell’arrivo delle ruspe per scavare le fondamenta e il cemento il primo passo è marcare il terreno con una piccola e temporanea costruzione. E forse il caso della baia di Zaiana? E il dubbio che viene in mente ad un automobilista che dopo aver notato una capanna di lamiere in prossimità della bella baia peschiciana ha voluto esprimere la propria preoccupazione per una sua possibile evoluzione in muratura. L’ipotesi non deve fare inorridire o scandalizzare, dato che proprio in prossimità della discesa che porta alla spiaggia si trovano una serie di costruzioni adibite a bungalow con tanto di giardino e recinzione. Senza contare il sistema di parcheggio a pagamento organizzato da tempo immemore. Il tutto nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gargano, dove neanche un palo potrebbe essere piantato. In attesa che dichiarazioni di intenti prendano forma — in particolar modo l’annuncio di un presidio di Legambiente con Franco Salcuni e l’appoggio del commissario per l’Agenzia del turismo Angelo Vascello — l’ultima spiaggia accessibile
eppure ancora in gran parte selvaggia rischia di diventare meta di operatori turistici con molti meno scrupoli rispetto a coloro che l’hanno curata fino ad oggi. L’estate 2010 potrebbe essere stata l’ultima a Zaiana per il viennese Carlo Pelikan. Lui e prima di lui il fratello Marco, dagli anni ‘80 fino allo scorso 31 agosto ha portato avanti un piccolo lido in legno in riva al mare con una concessione che gli è stata revocata alla fine dell’estate. Una revoca che arriva nel luglio scorso in piena stagione estiva e confermata dopo una sospensione dal Consiglio di Stato a fine agosto.
E una storia che trova questo triste epilogo in modo violento e veloce preceduto da una lunga e lenta agonia. La fine inizia con la richiesta di questo viennese peschiciano di adozione, di recuperare al comune la spiaggia libera scomparsa con l’arrivo di un altro lido. Il municipio rispose che non solo non era possibile ma che la sua concessione rinnovata l’ultima volta nel 2008 era revocata perché per oltre un anno fu ceduta ad un’altra persona. Una pratica vietata dalla legge: chi ne è titolare deve essere anche il gestore. “Sì è vero, sbagliammo — ammetteva su l’Attacco Carlo Pelikan — la legge lo vieta, ma è anche vero che avevamo una situazione in famiglia che non ci permise per un lungo periodo divenire in Italia”. Prima di lui a gestire il lido c’era il fratello Marco che se ne occupò per oltre dieci anni fino a quando non ha avuto problemi di salute, “dovuti anche ai problemi e le continue minacce subite a Peschici, ne sono con vintoo — commentava Carlo —.
Questo luogo non sarà più lo stesso d’ora in poi”.