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Da Vieste con furore. Aldo Ragni diventa nazionale e a Cortona apre i lavori

Aldo Ragni (Pd) ha aperto a Cortona i lavori del terzo incontro programmatico di Area Democratica. Oltre 12 minuti di discorso e questione “spinose”.

 

Da giovani, scriveva Goffredo Fofi negli anni Novanta, anni in cui l’immobilismo generazionale era soltanto uno spauracchio annundato, c’è la “curiosità degli altri e della vita,la generosità del buttarsi, sperimentare, dare, cercare”. La stessa curiosità e la stessa propensione al rischio cognitivo, manifestate da Aldo Ragni, presidente della Direzione provinciale del Partito Democratico, che lo scorso fine settimana era a Cortona per il terzo incontro programmatico nazionale di Area Democratica, la corrente di minoranza interna al Pd, che si riconosce nelle istanze di coloro che appoggiarono al congresso Dario Franceschini. Continua il processo di accreditamento del giovane
viestano nel gruppo democratico nazionale di Marina Sereni e Cesare Damiano. Aldo Ragni, a sorpresa, è stato incalzato dai dirigenti nazionali: è stato lui ad aprire i lavori della giornata conclusiva (quella di domenica con Piero Fassino) , . dell’appuntamento toscano. Ragni, insomma,
è chiamato a competere nell’agone politico nazionale. Dopo essersi misurato come coordinatore di mozione in provincia di Foggia e aver “sfidato” al congresso provinciale il solido bersaniano Paolo Campo, forte della sua esperienza amministrativa come sindaco di Manfredonia e della sua affiliazione al gruppo dalemiano degli onorevoli Franco Mastroluca e Michele Bordo, e aver tentato, con scarso successo, l’elezione a consigliere regionale, Ragni è ripartito con grande tenacia dalle posizioni intraprese nell’autunno del 2009. Ha prima reintessuto le relazioni d’area in Capitanata , poi ha irrobustito i legami nazionali con l’iniziativa Idee Democratiche, la due giorni viestana in spiaggia, infine ha accolto, con la viva partecipazione del consigliere comunale sanseverese Francesco Miglio, Dario Franceschini a San Severo per un appuntamento politico ed organizzativo di Area dem, che il prossimo 29 ottobre sarà a Foggia con Marco Causi e Sergio D’Autoni il per un seminario sul federalismo fiscale. Ebbene, il capogruppo Pd al Comune di Vieste, ieri l’altro a Cortona, ha introdotto i lavori con un intervento di oltre 12 minuti, toccando numerosi temi centrali dell’elaborazione politica di Area dem. Ragni ha ripercorso le fasi della fusione e della genesi del Pd rallentate dalla lunga campagna congressuale. “Dalle contaminazioni avremmo dovuto far nascere la nostra cultura politica”, ha rilevato il democratico che ha proseguito chiedendo ai compagni: “Quale Pd serve all’Italia?”. Il viestano non ha dubbi e avvalorando le tre parole d’ordine di Dario Franceschini ha centrato il suo discorso sul merito. “Dobbiamo privilegiare metodi di selezione delle classi dirigenti che si avvalgano della competizione e non della cooptazione. In tutti i campi. La cooptazione rallenta i processi di cambiamento perché il cambiamento è deciso dal coptante e non dal coptato, scelto spesso sulla base della fedeltà al capo”. Ancora, Ragni ha indicato percorsi di coraggio nell’affrontare tematiche spinose e scomode. “Si parlava di sicurezza: come Pd veniamo percepiti come una forza troppo morbida- ha evidenziato- Siamo un partito che fa della seconda occasione e della pena come riabilitazione e reintegrazione dei temi cruciali, ma dobbiamo assumere una linea anche sul tema della certezza della pena, che è stato abbandonato. Sull’immigrazione siamo percepiti dall’opinione pubblica come non in grado di affrontare il fenomeno”. In linea con le parole del leader Franceschini, intervenuto a Cortona lo scorso venerdì, Ragni ha sottolineato l’importanza della società multiculturale, ma ha ribadito la necessità di affermare posizioni dure contro chi tollera forme di clandestinità foriere di criminalità e tratta umana. Sul partito e sul dibattito interno ha rilevato: “C’è bisogno di unità,che non è sinonimo di omogeneità. il nostro è un partito plurale: chi è alla testa dei processi di elaborazione ha il dovere di fare sintesi”.

Antonella Soccio
L’Attacco