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Sanità a Vieste/ Caruso: ” non ci resta che la mobilitazione”

Innanzitutto mi preme ringraziare tutti coloro che hanno espresso solidarietà per la  mia sventura a lieto fine.

Ho potuto constatare che il sentimento manifestatomi dalla gente, attraverso i loro commenti, era tutto proiettato ad un grande interesse per i problemi sanitari di questo paese, un sentimento comune di grande sfiducia verso coloro che hanno fatto nel corso di questi anni solo promesse. La maggior parte era incentrato sulla necessità di agire e mobilitare le masse. Qualcuno ha suggerito di organizzarci e prendere a cuore il problema “Diritto alla Salute”. Sono convinto anch’io che solo attraverso una protesta organizzata e civile si può cercare di ottenere i propri diritti. Adesso non c’è più tempo per le promesse, ora è tempo di agire, siamo stanchi delle chiacchiere. Noi (a Vieste) abbiamo una sala operatoria che non viene utilizzata. Non importa di chi sia la colpa (se è della sinistra, della destra o del centro) ma voglio solo che funzioni e che salvi delle vite. Da soli non andiamo da nessuna parte, ma se siamo tutti insieme possiamo fare tanta strada. Sono convinto che il voto è un mezzo unico per manifestare il proprio diritto e partecipare alla vita sociale, ma a volte migliaia di voti non espressi per protesta possono avere un valore molto più ampio. Un amico mi ha fatto una proposta: cosa potrebbe succedere se qualche migliaia di persone bruciassero il proprio certificato elettorale (sotto il Comune piuttosto che alla Provincia o alla Regione) come simbolo di una politica che non ci appartiene? In una popolazione come  Vieste un migliaio di voti possono essere determinanti per eleggere un nuovo “PAPA”. Mobiliziamoci fino a che non otteniamo un poliambulatorio funzionale e funzionante e non rendono effettivamente operativa la sala operatoria (per chirurgia d’intervento). Solo mediante la cultura e la promozione del senso civico potrà essere rinnovato il nostro tessuto sociale. Solo chi ha patito sulla propria pelle certe cose le può capire e comprendere fino in fondo. Così nessuno fa la propaganda a nessun simbolo, ma tutti lottano per se stessi e per i propri diritti. L’amministrazione della “polis” deve essere esercitata da chi lo fa con passione, mediante la cultura, e non da chi lo fa per bisogno.

GIUSEPPE CARUSO