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Sopraelevazioni a Monte Sant’Angelo: Legambiente risponde a Italia Nostra

A Monte Sant’Angelo va tutto bene nelle politiche e nelle pratiche edilizie?

 

Menuccia Fontana presidente della sezione Gargano di Italia Nostra, invitata e accompagnata dall’assessore Mimmo Ciuffreda, ha visitato nei giorni scorsi la zona Carmine della città dell’Angelo, arrivando in via Celestino V, senza vedere le case a schiera.

Evidentemente il tour organizzato dagli interessati ciceroni è stato accuratamente programmato con vista dall’alto e non dal basso. Sarebbe stato sufficiente addentrarsi per appena trenta metri nella stessa via Celestino V per trovarsi nel bel mezzo del quartiere delle case a schiera (quartiere Carmine), tutelato come zona ambientale dal vigente PRG, il più fotografato di Monte Sant’Angelo, dopo la Basilica e il Castello.

Inoltre dalla nostra chiacchierata postuma con la signora Fontana, è emerso che alla stessa non sono state esibiti i progetti che prevedono le soprelevazioni e non certamente, come dice Italia Nostra, le semplici miniristrutturazioni, né sono stati riferiti correttamente i termini della questione dibattuta, tantomeno è stato riferito che l’accompagnatore, oltre che essere amministratore della città di Monte Sant’Angelo, era anche direttamente interessato ad un progetto di soprelevazione nella zona.

La Fontana, candidamente ha ammesso che neanche sapeva che Legambiente era intervenuta sulla questione e che quindi ignorava del tutto cosa la nostra associazione avesse fin qui sostenuto.

Allora, per evitare equivoci e strumentalizzazioni ribadiamo la posizione di Legambiente?

1.    Innanzitutto mai è stato detto dalla nostra associazione che era il quartiere Junno ad essere interessato da questi provvedimenti. Non comprendiamo come ci si possa attribuire una dichiarazione del genere. Nel quartiere Junno ci sono tanti ed anche più gravi problemi di tutela, di cui però non conviene parlare in questa sede, ma mai abbiamo associato queste vicende allo Junno.
2.    Non siamo assolutamente e pregiudizialmente contrari al recupero delle zone B1 e B2 individuate nel vigente PRG, ma questi interventi non possono essere proposti e approvati come singoli progetti da adottare in variante. Devono piuttosto essere raccordati in un Piano compressivo di recupero che definisca modalità, tipologia e volumetria complessiva, nel rispetto delle caratteristiche del quartiere. Sarebbe anche necessario raccordare questo piano ai i nuovi bisogni della città, che sono alla base del nuovo Piano Urbanistico Generale, in via di definizione. Non comprendiamo, pertanto, come mai, non si affronti la discussione dei piani di recupero semplicemente come un pezzo fondamentale del nuovo PUG, visto che esso, dati i numeri in decrescita della comunità, non sarà un piano di espansione, bensì detterà le nuove regole per il recupero del patrimonio edilizio esistente.
3.    Quando si parla di zone di recupero, non si può trattare tutte le aree allo stesso modo. Per esempio via Celestino V non è la stessa cosa di piazza Vischi o di qualsiasi altra zona della B1 o B2, per il semplice motivo che di quella strada solo le case a monte sono in zona di recupero, mentre quelle a valle sono tutelate come zona ambientale. Si tratta pertanto di una strada di confine tra la zona di recupero e quella, delicata e preziosa, individuata come zona tutelata. Sullo stesso lato destinato al recupero vi sono delle case a schiera visibili dalla strada panoramica ed essenziali alla definizione del caratteristico profilo del quartiere. Abbiamo pertanto semplicemente chiesto di non trattare questa area sensibile, peraltro già abbondantemente violentata, con la leggerezza di chi ha interessi particolari e non tiene in conto l’interesse generale. La posizione su via Celestino V tra l’amministrazione e Legambiente è molto distante perché loro vogliono approvare le soprelevazioni, con evidente aumento delle cubature, mente noi proponiamo una variante restrittiva al PRG.
4.    Quanto al conflitto di interesse, mai la nostra associazione ha messo al centro della riflessione comune la questione del conflitto di interesse dell’assessore Ciuffreda (bersagliato invece dalle forze politiche di opposizione). Anche se, non nascondiamo il nostro giudizio severo e pesante sul piano morale. Anche l’episodio che ha coinvolto Italia Nostra testimonia che presentarsi come assessore ai lavori pubblici quando si è innanzitutto proprietario di una casetta che non si vuole semplicemente ristrutturare, ma abbondantemente soprelevare, non depone a favore della correttezza che sempre si richiede nella gestione della cosa pubblica. Noi non abbiamo nulla contro l’assessore Ciuffreda, che si dipinge oggi come un perseguitato. Solo, si rassegni, che per noi le questioni di tutela prescindono dai nomi e dai cognomi delle persone interessate.
5.    Sul profilo di legittimità dei provvedimenti che si sono approvati e che si vogliono approvare, Legambiente non si è espressa. Solo diciamo che quella zona, prevista come B1 e B2 dal PRG, era stata soggetta a variante urbanistica vera e propria, adottata in via definitiva in consiglio comunale a seguito dell’emanazione della legge antisismica. Pertanto quelle case oggi sono inedificabili. Per renderle edificabili non basta il decadimento delle norme antisismiche, ma occorre approvare una variante urbanistica vera e propria, quella per la quale l’assessore Ciuffreda non ha saputo raccogliere i voti necessari in consiglio comunale. Per noi, qualsiasi variante al PRG deve essere vagliata in relazione agli attuali interessi generali dei cittadini, la tutela ambientale e il raccordo con i bisogni abitativi della città. Quelli di oggi, non quelli degli anni 1980, in cui fu redatto il Piano Regolatore Generale. Pertanto crediamo stia nel falso chi oggi sostiene si tratti semplicemente di restituire i diritti a costruire a chi erano stati tolti da una norma transitoria.

Tutto il resto è solo mala politica, la stessa che sta distruggendo pezzo pezzo la Città di San Michele.
 

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