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Rignano Garganico/ A rischio le pitture parietali di Grotta Paglicci

A rischio le pitture parietali di Grotta Paglicci, occorre proteggere l’intero sito preistorico. Il circolo culturale "Giulio Ricci" raccoglie l’appello del Centro Studi Paglicci: "salviamo Grotta Paglicci". Potrebbero essere persi per sempre, causa crolli, tesori di immensa ricchezza databili tra i 500.000 e gli 11.000 anni da oggi.

 

Depredata dai vandali ora rischia di crollare tra l’indifferenza generale delle Istituzioni. Si tratta del sito paleolitico di Grotta Paglicci, noto in tutto il mondo per i suoi reperti preistorici datati tra i 500.000 e gli 11.000 anni da oggi (Homo Erectus, Homo Neanderthalensis, Homo Sapiens), che da qualche anno è soggetto a pericolosi smottamenti del suolo e della roccia di copertura. Diversi crolli, infatti, si sono registrati nei mesi e negli anni scorsi. A lanciare l’allarme è stato l’altro giorno uno dei massimi esperti della grotta, il presidente del Centro Studi Paglicci e responsabile del Museo preistorico Enzo Pazienza. "Ora si deve intervenire – ha ricordato Pazienza agli organi di stampa – per evitare la sciagura e permettere ai ricercatori di Siena e alla Soprintendenza Archeologica della Puglia di continuare gli scavi nel massimo della sicurezza". Così come si attende da ormai troppi anni l’apertura del Museo Archeologico a Rignano Garganico, ultimato da anni ma mai inaugurato "per una serie infinita ed incredibile di mancanze della politica e della burocrazia". Grotta Paglicci è considerato un sito archeologico di rilevante interesse perchè gli archeologici hanno accertato che per migliaia e migliaia di anni, gruppi preneandertaliani prima (fra 250 e 130mila anni fa) e antichi sapiens poi (fra 36 e11mila anni fa) lo hanno occupato lasciando tracce della loro presenza: strumenti di selce e d’osso, resti di pasto, evidenti, focolari, aree di accumulo di ossa, ornamenti. Una sequenza lunga millenni, che illustra l’evoluzione tecnologica e culturale di queste antiche popolazioni e insieme le trasformazioni dell’ambiente circostante il sito durante le ultime fasi glaciali. La grotta conserva inoltre l’unica testimonianza nota in Italia di pitture parietali paleolitiche, due cavalli e alcune mani risalenti a circa 20mila anni fa. Il soffitto della grotta, dicevamo, rischia di crollare, con eventuale grave danno per le persone, e questo è dovuto – ha detto ancora Pazienza – "sicuramente ad una serie di concause" tra le quali la natura del terreno, fortemente carsico e quindi particolarmente esposto ad erosione dell’acqua, vecchi interventi di tombaroli, e in minima parte anche l’attività di sbancamento da parte degli archeologi. All’appello di Pazienza si aggiunge in queste ore quello di Angelo Del Vecchio, presidente del Circo Culturale "Giulio Ricci", giornalista e scrittore, che chiede lumi direttamente al commissario del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, da sempre attento ed appassionato del sito preistorico, al presidente della Provincia di Foggia Antonio Pepe e al governatore della Regione Puglia Nichi Vendola. "E’ arrivato il momento di non starsene più in silenzio – ha spieghato Del Vecchio – stiamo rischiando di perdere per sempre tesori unici e di immenso valore per la storia della preistoria dell’uomo e della Terra. A rischio anche le pitture parietali e le impronte di mano in ocra rossa realizzate a Paglicci tra i 20.000 e i 15.000 anni fa. Le Istituzioni ci hanno sempre garantito interventi che finora nessuno ha visto. Eppure di fondi per Grotta Paglicci ne sono arrivati e ne sono stati spesi a iosa. Ora basta, facciamo appello a tutte le associazioni del Gargano, della Puglia e dell’Italia a sollevare assieme un grido di allarme che diventi assordante".

Chi volesse saperne di più su Grotta Paglicci e sulla preistoria italiana può collegarsi al sito internet http://www.paglicci.net