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Sanità,piano rientro: firma più vicina

Che si possa arrivare alla stipula del Piano di rientro sanitario prima del 15 dicembre è ormai "comune sentire" nella maggioranza regionale. Ieri Vendola e Fiore sono stati auditi da Leoluca Orlando, presidente della commissione d’inchiesta sugli errori sanitari e i disavanzi in sanità di Palazzo Madama. Il governatore pugliese ha chiesto espressamente che l’incontro fosse secretato per evitare strumentalizzazioni. E il pensiero va subito al nodo internalizzazioni, pomo della discordia Governo-Regione. E verosimilmente ieri al centro dell’audizione. La giunta ha capitolato. Le infornate dei precari nelle aziende sanitarie locali (Foggia in questo è stata capofila) andranno a breve tutte bloccate. Senza paletti di sorta, come invece era stato fatto nel consiglio regionale del 22 settembre. La maggioranza Vendola sarà chiamata a breve a tornare sui propri passi riportando la questione nella massima assise, di fronte al pericolo commissariamento ma anche, evidentemente, di fronte al rischio di  perdere una battaglia guerreggiata sulla pelle dei pugliesi e che potrebbe andare a sbattere contro il verdetto della Corte costituzionale.  Che nel frattempo ha provveduto a bocciare ben 3 leggi regionali, l’ultima inerente proprio assunzioni in sanità, che nulla hanno a che fare tuttavia con le internalizzazioni. Al termine dell’audizione Orlando è apparso ottimista. La Regione starebbe collaborando. Sempre più lontani, insomma, i tempi della rivoluzione di piazza minacciata dal centrosinistra. Anche perché quello che prima era un sussurro tra i banchi della maggioranza si è fatto via via una minaccia concreta per Vendola e Fiore: quella di restare "da soli col cerino in mano". Il piano di rientro è indigesto. Dai socialisti ai democratici i mal di pancia non sono mai stati un mistero. Ma oggi c’è un dato in più : le fibrillazioni in consiglio regionale si sono fatte più intense, complice anche un’insoddisfazione politica dei vari gruppi consiliari. E il primo assaggio lo si è avuto nello scorso consiglio regionale, con i franchi tiratori. Ieri quattro. Domani non si sa. Dipende evidentemente dalla posta in gioco. E il piano di rientro –alias la salute dei cittadini- è posta decisamente alta.