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Vieste/ Fratelli uccisi, esecuzione avvenuta in pochi istanti

Tutto si sarebbe consumato in pochi istanti. Tutto sarebbe avvenuto il giorno stesso della loro scomparsa. Speronati da due autovetture: una Audi A3 e una Alfa 156. Caricati con forza da un commando composto da almeno cinque / sei persone e poi portati in una radura, nella fitta boscaglia tra Peschici e Vieste. Lì l’esecuzione in pieno stile mafioso. Crivellati con colpi di pistola e fucile, cosparsi di liquido infiammabile e dati alle fiamme. Secondo la ricostruzione degli inquirenti – il destino di Giovanni e Martino Piscopo si conclude così. Si concludono, così, le ricerche dei due fratelli scomparsi dallo scorso 18 novembre. Due imprenditori, due lavoratori, due uomini conosciuti in paese come gente onesta. Famiglia, composta da 11 fratelli (uno è deceduto), che col sudore e la fatica hanno realizzato un Villaggio turistico Sfinalicchio. Ieri il ritrovamento durante una nuova ed battuta delle campagne predisposta subito dopo la loro scomparsa. Verso le 10 e 30 carabinieri della Cio e uomini della Forestale, hanno scovato l’autovettura 156 station wagon bruciata. All’interno, resti umani inceneriti. Cadaveri carbonizzati di Giovanni e Martino. Entrambi sul sedile posteriore: uno poggiato sullo schienale, l’altro per terra. Su quel che resta dei due fratelli viestani sarà effettuata l’autopsia. Bisogna, nei limiti del possibile, estrarre il Dna per avere la certezza assoluta che siano proprio i corpi di Giovanni e Martino. Compito che spetterà alla dottoressa Bello del reparto di medicina legale del nosocomio foggiano. L’alfa 156 tomba dei Piscopo, è stata rubata a Lavello a giugno scorso presentava 4 fori lungo la portiera laterale destra, mentre a terra i carabinieri hanno recuperato 7 bossoli calibro 7.65 più la cartuccia di un fucile. Il 18 novembre scorso, giorno della sparizione, il fratello Giuseppe dichiarò ai militari di aver notato, tra le 8.30 e le 9.00, due auto di grossa cilindrata sfrecciare lungo la litoranea Vieste-Peschici. Notò un’Audi A3 ed una Alfa 156: la prima venne ritrovata bruciata il giorno dopo in località San Luca, a sette chilometri dal luogo della scomparsa. Mentre proprio sulla seconda autovettura, fino a ieri, si erano concentrate le ricerche dei carabinieri.