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La criminalità che soffoca la Puglia in 4 comuni su 10 si respira aria di mafia

L’analisi del Censis sulla situazione del Paese e l’allarme per le organizzazioni malavitose che opprimono le regioni del Sud. Una condizione che influenza la vita del 77 per cento dei pugliesi Se l’Italia non sta bene, la Puglia sta anche peggio. Lo dice il Censis, che oggi ha presentato il Rapporto sulla situazione sociale del Paese-2010 in cui si lancia l’allarme criminalità. Perché se il Paese non imbocca con decisione il sentiero della ripresa – a causa dei macigni del debito pubblico e di un’evasione fiscale valutata intorno a 100 miliardi di euro l’anno – in Puglia, come in altre regioni del Sud, a complicare la situazione c’è la presenza delle mafie, radicate soprattutto in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania. Nella nostra regione, quattro comuni su dieci sono schiacciati dalla criminalità (il 43 per cento), e il 77 per cento della popolazione vive in un luogo in cui si respira la presenza della criminalità organizzata.

Secondo l’analisi del Censis, la criminalità organizzata – nel dettaglio – preme soprattutto in Sicilia (dove il 52,3% dei Comuni presenta almeno un indicatore), segue la Puglia (con il 43% dei Comuni), la Calabria (38,4) e la Campania (36,3). La Sicilia è al primo posto anche per quantità di popolazione coinvolta (l’83,1% del totale), seguita da Campania (dove abita in un Comune criminale l’81,2% della popolazione), Puglia (il 77,6%) e Calabria (67,3%). Se oltre agli indicatori di carattere demografico si considerano alcuni indicatori economici, risulta che nelle zone in cui la pressione mafiosa si fa più sentire si produce un Pil di 211,5 miliardi di euro, pari al 13,9% di quello nazionale.