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Famiglie, passioni e tangenti degli 8 uomini che hanno “inguaiato” Peschici

Molti si chiederanno quale sia l’altra faccia della medaglia. Chi sono questi personaggi che in in paese di 4000 abitanti o poco più hanno provocato danni economici e il disavanzo che fa di Peschici uno dei comuni più in rosso d’Italia prossimo al commissariamento. Il nome più blasonato è indubbiamente quello di Mimmo Vecera, attuale sindaco.  Nato a Peschici il 17gennaio 1969, dove vive. Sposato con due figli. Laureato in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Bari è dirigente comunale fino all’ultima giunta di Tavaglione. Nell’Aprile del 2008, alla sua prima candidatura, è stato eletto sindaco a capo della lista civica “Per Peschici” di area centrodestra, dichiarandosi appartenente al movimento dell’UDC. Il suo lavoro da qualche tempo era stato contestato da più parti, in primis da Franco Tavaglione, poi dai consiglieri di minoranza. Giovanni Corso classe 1965 inserito nella lista di Vecera del 2008, non aveva mai partecipato ad esperienze politiche. Assiduo frequentatore del circolo dei cacciatori di Peschici di cui faceva parte. Le indagini sarebbero partite proprio da lui che avrebbe preso tangenti per un valore esiguo, di 1200 euro. Oltre a quest’accusa il consigliere comunale con delega alla Caccia, Agricoltura e Pesca deve rispondere della contestazione annessa alla prova per l’abilitazione per la caccia, che risulterebbe truccata. Altro coinvolto Michele Vecera, nato nel 1969 assessore con delega all’ambiente e alla forestazione, anch’esso incensurato, sposato con quattro figli. Facente parte del circolo dell’Udc di Peschici, dove è poi nata l’idea e il progetto della lista candidata nel 2008. Massimo D’Adduzio responsabile del terzo settore, ovvero dell’ufficio tecnico da molti anni. Anch’esso non ha avuto alcun problema con la giustizia precedentemente. Sposato con due figli. A quanto .- emerge dalle indagini sembra avere il carico maggiore di accuse. Sul comune di Peschici incombe infatti un deficit pubblico tra i più alti d’Italia. Per ogni abitante il debito supera i 400 euro. La questione “debito” affrontata forse un po’ troppo tardi è l’altro motivo di scontro che ha messo l’uno contro l’altro l’attuale sindaco, e Tavaglione. I due si davano la colpa a vicenda, che ora ricade su D’adduzio per aver assegnato appalti per un valore di un miliardo e mezzo di euro, quasi tutta la cifra del disavanzo. Giovanni Vescia e Michele Marino (entrambi dipendenti comunali coinvolti nella vicenda), altri due peschiciani senza alcuna macchia. Entrambi sposati e con figli. Vescia fino a qualche anno fa era uno degli allenatori dell’Atletico Peschici, nelle giovanili. Marino invece ultimamente aiuta il parroco della chiesa Madre nelle faccende della chiesa. Una sorta di sacrestano. Le “guardie” coinvolte sono Vincenzo Losito, Vincenzo Verderame ed Emilio Costanzo. Losito, comandante della polizia Municipale di Peschici e di Carpino e i due subordinati, su cui pesa una sola accusa relativa a lavori urgenti di sgombero alberi pericolanti lungo la strada comunale di Monte Pucci. Questa però dovrebbe essere una delle accuse più deboli. Tempo fa infatti i pini di Peschici erano stati colpiti da un parassita: lo scotilide. Cosa che faceva seccare gli alberi e marcire le radici. Ma se si tratti di pini sani o malati o, perché no, semplicemente pericolanti, sarà la procura a dircelo. Il comandante Vincenzo Losito è descritto in paese come un uomo molto disponibile, forse proprio questo potrebbe averlo incastrato. Nipote del famoso Don Fabrizio Losito, storico parroco peschiciano, Vincenzo Losito ha avuto una formazione salesiana. In manette anche il foggiano Francesco del Buono della D&P,vincitore degli appalti che poi andava a subappaltare a ditte di Peschici. Tra queste la ditta TEMA s.r.l. di Matteo Tedeschi e Domenico Martella, entrambi sposati con figli. Si occupavano di demolizioni e di movimento terra. Da loro sarebbero partiti gli assegni che hanno incastrato il consigliere Corso. Ampiamente coinvolte altre due ditte. La Omnibus di Giovanni ed Emanuele De Nittis, accusati, come anche il manovale Rocco Tavaglione classe 1964, di tentata estorsione e la Caputo Costruzioni dell’omonimo Rocco Caputo. I primi gestivano, tra l’altro, la pulizia e la salvaguardia della spiaggia libera di Manaccora non lunga più di 15 metri e larga una decina. La ditta di Caputo invece aveva vinto, poco tempo fa l’appalto per la trasformazione dei locali antistanti il vecchio campo sportivo per ospitare il comando dei vigili e del CTA della Forestale. Questo trasferimento era necessario affinché in quelle sedi si potessero accogliere gli studenti del Fazzini di Peschici in attesa della costruzione del nuovo edificio. Si teme che questo possa tardare il trasferimento, che era. previsto per il prossimo Gennaio, e che i ragazzi si trovino senza un edificio.

Francesco Minghi
L’Attacco