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Il Consigliere Regionale Gatta e suoi moniti alla classe dirigente che verrà

Un convegno politico prima della fiducia in Parlamento. Giovani pidiellini in cerca di futuro anche dopo Berlusconi.

 

“Sarà lo stesso acume di Berlusconi ad individuare il suo successore, ci pensa da tempo solo che non lo dice”. La dichiarazione viene da un consigliere regionale del Pdl, Giandiego Gatta, invitato, insieme all’altro esponente di Foggia in via Capruzzi Leo di Gioia, al convegno che si terrà domani sul Ruolo dei Giovani nel futuro del Pdl Analisi e prospettive. Pensare al futuro è sempre stato importante ma in questo frangente in cui Casini dice al premier di affidare a un giovane il testimone , in cui gli studenti sono in prima linea contro il “furto del futuro” operato, secondo loro, dalla riforma Gelmini e, in più, un editoriale di Galli Della Loggia sul Corriere bolla, senza mezzi termini, Il potere grigio degli oligarchi, c’è sufficiente materiale per riaprire la questione giovanile. A ridosso del 14 dicembre, quando non si sa bene se questo governo continuerà con la stessa fisionomia o si andrà a votare, la discussione dei giovani del Pdl si inquadra su un orizzonte instabile. Chiamati a fare muro con loro,- Giandonato La Salandra presiederà l’incontro- due rappresentanti istituzionali: cercheranno di riprendere il filo. Cosa diranno i “grandi” ai “piccoli?” Gatta dà qualche anticipazione: “Dirò di essere responsabili, che la loro ambizione non sfoci mai nella slealtà, di non essere schegge impazzite ma di sentirsi parte di una logica di sistema”. Una filosofia che non nasconde i problemi: “Il Pdl vive un momento difficile: come dissi già all’indomani della mia elezione, la classe dirigente va selezionata, e va evitata la gerontocrazia perché i giovani portano linfa vitale “.
Ma i fatti indicano diversamente: “I cambiamenti vanno attuati prima nel partito per sbloccare la democrazia che è un valore essenziale. A cominciare dal cambio della legge elettorale che premia i salotti buoni romani e la fidelizzazione dei deputati alle segreterie”. La crisi alla Provincia ha innescato meccanismi finora sconosciuti di discussione del Pdl: “So che anche in quel contesto si è richiesto, esplicitamente, di svecchiare la classe dirigente, uno sfogo di cui ho sentito molto parlare”. Con le scosse da ultimi giorni di Pompei, come sembrano quelle vissute dal governo in carica, innescare un barlume di discussione è quanto meno naturale. E si torna indietro. Gatta prende come modello gli anni di quando era piccolo. Difficoltà per un missino ad organizzare comizi, ghettizzazione e via discorrendo. Ma non è che a questa storia del passato ci si aggrappa solo quando la nave sembra cadere a picco?: “Io dirò ai giovani del Pdl che vengo da lontano, gli dirò di prendere slancio dal nostro passato in questo momento in cui c’è una totale disaffezione della gente verso la politica”. Poi il confronto, inevitabile, tra gli ideali che c’erano e che non si sono più, l’ideologia scomparsa a fare da collante e il leaderismo berlusconiano: “La polarizzazione dello scontro sulla sua persona ha fatto sì che l’unico valore rimasto sia, nei fatti, essere pro o contro il premier. Quando questo verrà meno, sarà scompaginata la toponomastica parlamentare e il metro di valutazione”. L’impressione è che l’aria del post-berlusconismo aleggi già nei loro discorsi. Disancorati dall’ideologia, strattonati dall’entusiasmo neofita di Fli, con le forche caudine del 14 dicembre alle porte, i giovani del Pdl cercano vie maestre.

Paola Lucino
Il Quotidiano di Foggia