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Il Pdl: in Puglia in 4 anni 800 mln di tasse in più

È subito botta e risposta tra centrodestra e centrosinistra sui conti del bilancio di previsione 2011. Coordinatore e vicecoordinatore regionali del Pdl, Francesco Amoruso e Antonio Distaso, attaccano: «Il governo Vendola ha accumulato 1 miliardo di debiti nei conti della sanità, fatto pagare ai pugliesi 800 milioni di tasse in più negli ultimi 4 anni e nel bilancio di previsione 2011 taglia fino all’osso i servizi lasciando quasi intatte spese di comunicazione pseudo istituzionale, sprechi e clientele».
Il capogruppo Pdl, Rocco Palese rincara la dose: «sul Bilancio, Vendola fa carne da macello dei servizi, dà qualche demagogica sforbiciata a presunti sprechi e lascia quasi intatte le spese per la sua eterna campagna elettorale. Poi incolpa il Governo di far sanguinare i pugliesi mentre lui lascia intatto l’aumento dell’1% dell’aliquota regionale Irap che costa oltre 200 milioni di euro l’anno alle aziende pugliesi e, unita ad altre tasse regionali, arriva a 800 milioni di euro di tasse aggiuntive».

Per il Pd replica il capogruppo alla Regione, Antonio Decaro: «Il governo nazionale – spiega – sta azzerando gli interventi sociali per il sostegno ai redditi delle famiglie povere pugliesi: solo l’anno prossimo la riduzione dei fondi sarà del 66%. Nel 2011 il sistema di welfare in Puglia scomparirà definitivamente. Le famiglie povere numerose che devono assistire un disabile o un anziano non autosufficiente, le famiglie in cui vivono persone affette da Sla o Alzheimer, vedranno negarsi il diritto di ricevere assegni di cura, assistenza domiciliare, contributi alloggiativi e assegno di prima dote per i nuovi nati. Come se questo non bastasse, il governo impedisce a Comuni e regioni di utilizzare il sistema di tassazione dei redditi più alti, negando così il principio naturale di solidarietà, secondo il quale chi ha di più aiuta chi è meno fortunato. Senza dimenticare – prosegue – che il governo ha annullato i fondi per il cofinanziamento dei Piani sociali di zona».

Anche dall’Udc arrivano accuse al governo nazionale. In particolare il consigliere regionale Peppino Longo ricorda che «per colpa dei tagli di Berlusconi, ai pugliesi verranno chieste lacrime e sangue. Il mancato arrivo dei fondi statali è un brutto colpo – prosegue Longo – difficile da assorbire, se non impossibile. Il mio auspicio è che, in questo clima di tagli e sacrifici, i servizi che la Regione riuscirà ad offrire siano all’altezza delle aspettative».

Ancora dal Pdl ecco le note di Ignazio Zullo («Vendola persiste nell’avida richiesta di sempre maggiori risorse poiché il suo mondo, fatto di sogni irrazionali e di pulsioni sregolate, non ha occhi per guardare a ciò che succede nell’area euro») e Giandiego Gatta («Vendola piange “lacrime” di coccodrillo sul “sangue” che farà versare ai pugliesi con il suo bilancio tutto tagli. C’è chi però non ha alcuna ragione per piangere, come i 7 assessori esterni che costano ciascuno oltre 250mila euro l’anno che moltiplicato per 7 fa un milione e 750mila, e moltiplicato per cinque anni fa 8 milioni 550 mila euro»).

Giovanni Forte, segretario generale della Cgil Puglia è convinto che saranno solo le fasce di reddito più deboli a pagare i tagli. «La riduzione della spesa sociale – spiega – non consentirà di offrire servizi ai cittadini bisognosi; quella sul trasposto pubblico locale determinerà o un taglio dell’offerta o un aumento del costo, con un aggravio di spesa sui pendolari; la riduzione del fondo per gli affitti toglierà alle persone indigenti la possibilità di poter contare su un contributo decisivo per assicurare il sostentamento della famiglia. Servirebbe una maggiorazione dell’addizionale Irpef sui redditi alti».

E quindi, per la Uil regionale, il segretario Aldo Pugliese: «Prendiamo atto con soddisfazione dei tagli ai costi della politica regionale, purché non rimangano semplici e vane dichiarazioni d’intenti. Oltre alla sforbiciata del 10% su emolumenti di consiglieri e vertici di società controllate, bisognerebbe tagliare sui dirigenti Asl».