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Energia in Puglia/ Rinnovabili nei parchi ecco come è possibile

Sono in vigore da venerdì 31 dicembre le linee guida regionali per le energie rinnovabili. Da ieri nuove procedura per ottenere, in Puglia, l’autorizzazione unica all’installazione di un nuovo impianto alimentato da fonti rinnovabili.  Il provvedimento pugliese è stato pubblicato sul bollettino ufficiale della regione Puglia un giorno prima dell’entrata in vigore degli effetti delle linee guida nazionali. In questa maniera, la giunta regionale ha evitato che in materia di autorizzazione agli impianti per la produzione di energia in Puglia si verificasse un vuoto normativo, soprattutto dopo che la Corte costituzionale aveva vanificato gli effetti del regolamento regionale 16, ultimo baluardo contro la deregulation del settore.

La Puglia, a differenza di regioni quali Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Basilicata e Marche, ha emanato un provvedimento di dettaglio con oltre 100 schede annesse contenenti denominazione, caratteristiche dei siti incompatibili e tipo di impianti incompatibili per ciascuno dei siti individuati. Si tratta, in sostanza, di aree di pregio ambientale riconosciuto da leggi e direttive comunitarie (parchi, riserve, siti Unesco, beni culturali, immobili e aree dichiarate di notevole interesse pubblico, territori costieri, laghi, fiumi, torrenti e corsi d’acqua, boschi, zone archeologiche, tratturi, grotte, lame e gravine e versanti).

Oltre a questi vengono tutelati (e introdotti i criteri di incompatibilità con gli impianti da fonti rinnovabili) i «coni visuali», ovvero le vedute panoramiche che caratterizzano alcuni paesaggi pugliesi, e le aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità, quindi con coltivazioni biologiche o identificate dai marchi quali Dop, Doc, Igt, Igp e altri. Tra i panorami il cui regime di tutela condiziona la tipologia di centrali energetiche che è comunque possibile installare per legge, ci sono vedute panoramiche quali Castel del Monte, Canne della Battaglia, il Castello di Lucera, Castel Fiorentino, Dragonara, Vieste, Minervino Murge, la Loggia di Pilato a Monopoli, il sito di Egnazia a Fasano, Ostuni e la sua strada panoramica, il Parco delle Dune Costiere e fiume Morelli, Alberobello e la strada provinciale dei Trulli, Locorotondo e il suo belvedere, le gravine di Laterza e di Gravina, Otranto, Santa Maria di Leuca e il santuario de Finibus Terrae, la strada da Ruffano a Casarano con la cripta del Crocifisso, Montagna Spaccata, Porto Selvaggio (reintrodotto dopo una svista) e il Castello di Oria. Per intendersi, le aree non idonee non sono aree in cui è vietato realizzare impianti, ma per poterlo fare occorre che abbiamo alcune caratteristiche.

Quello che sicuramente non si può realizzare sono impianti che esulino dalle caratteristiche indicate. Prendiamo ad esempio il caso del parco nazionale del Gargano. Gli impianti incompatibili sono tutti tranne quelli «integrati» negli edifici esistenti (e quindi mascherati nei tetti) o quelli posti sugli edifici esistenti in presenza di una rete di connessione al gestore dei servizi energetici già esistente o quelli di cogenerazione integrati in edifici esistenti ma che non sviluppino una potenza superiore ai 200 kilowatt, oppure eolici installati su tetti di edifici esistenti purché di altezza non superiore a un metro e mezzo e diametro non superiore a un metro.

Tutte le informazioni tecniche sono pubblicate sul sito www.sistema.puglia.it.

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