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Notarangelo/ La Dda: “E’ al vertice del clan che domina l’area viestana

La sua presunta “batteria” ritenuta collegata al più forte gruppo Libergolis.

 

Angelo Notarangelo, 33 anni compiuti in novembre, viestano soprannominato «Cintaridd», latitante dal 22 febbraio del 2010 da quando fu spiccata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dal gip di Trento su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia per traffico di droga, è al numero 2 nell’elenco dei ricercati foggiani. Il garganco è ritenuto il capo dell’omonimo clan che comanda nella zona di Vieste, accuse che respinge come il ricercato – difeso dall’avv. Carlo Mari – respinge le accuse di traffico di droga per le quali è in fuga da 11 mesi. Nell’estate scorso nel corso di una perquisizione a casa del latitante finalizzata alla sua cattura, i carabinieri scoprirono una botola che da una stanza immetteva in un rifugio che il ricercato potrebbe anche aver usato nella prima fase
della sua latitanza. Al di sopra di Notarangelo nella lista stilata dalle forze dell’ordine dei principali “wanted” di casa nostra c’è soltanto il mafioso manfredoniano Giuseppe Pacilli di 38 anni, soprannominato «Peppe u’ montanar», ricercato dal marzo del 2008 perchè deve scontare quasi 11 anni di reclusione per un cumulo pene, compresa la condanna a 8 anni per mafia ed estorsione inflittagli nel maxi-processo alla mafia garganica quale affiliato al clan Libefgolis.
Ed anche Notarangelo, secondo le mappe della criminalità, stilate ed aggiornate dagli investigatori sarebbe legato al più forte gruppo criminale del Gargano, riconclucibile alla famiglia manfredoniana-montanara dei Libergolis, di cui è stata riconosciuta la mafiosità nel maxi-processo sia in primo che in secondo grado (si attende la fissazione della data del ricorso difensivo in Corte di Cassazione). Nel passato di Notarangelo ci sono arresti (ed anche assoluzioni) per droga ed armi, ma non per reati associativi. Il nome di Notarangelo è più volte stato fatto sugli organi d’informazione in occasione del duplice omicidio dei fratelli viestani Giovanni e Martino Piscopo di 51 e 45 anni, i titolari di un villaggio turistico rapiti il 4 novembre scorso mentre raggiungevano con un fugorgoncino la propria campagna per raccogliere le olive, caricati in auto;  ammanettati: uccisi e bruciati, con i cadaveri venuti rinvenuti dieci giorni dopo – la mattina del 28 novembre – in una radura tra Vieste e Peschici. Il nome del latitante è stato fatto non perchè Notarangelo sia accusato del duplice omicidio, ma perchè esaminando la situazione della criminalità garganica la Dda ha rimarcato l’esistenza su Vieste del clan Notarangelo (alleato con i Libergolis), ritenuto direttamente o indirettamente responsabile di una serie di rapine e attentati anche di ‘ natura estorsiva.

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