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A Palazzo Dogana tavolo tecnico-istituzionale su Piano Riordino Ospedaliero della Regione

La Capitanata dice ‘No’ ai tagli.

 

Il presidente della Commissione consiliare ‘Sanità’ della Regione Puglia, Dino Marino, si farà portatore, nella prossima riunione dell’organismo consiliare, delle istanze e delle proposte avanzate dal territorio di Capitanata con riferimento al Piano di Riordino Ospedaliero regionale. Allo stesso modo tutti i consiglieri regionali eletti in provincia di Foggia si impegnano a sostenere le ragioni delle comunità provinciali nell’interlocuzione con la Giunta regionale pugliese. Sono questi, in sintesi, i risultati della riunione del tavolo tecnico-istituzionale convocato dal presidente della Provincia, Antonio Pepe, e tenutasi oggi nella Sala Giunta di Palazzo Dogana. Un incontro deciso nel corso della seduta congiunta del Consiglio provinciale e dei Consigli comunali di Monte Sant’Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis (i tre centri della Capitanata in cui il Piano di Riordino prevede la chiusura totale degli ospedali) dello scorso 28 dicembre. "Abbiamo inteso costruire attorno al diritto alla salute delle nostre comunità un grande momento di unità istituzionale – ha spiegato il presidente Pepe – che affrontasse in modo organico la situazione complessiva dell’offerta sanitaria del territorio. Non solo, quindi, partendo dalla difesa dei presidi ospedalieri di Monte Sant’Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis ma dedicando la nostra attenzione anche al futuro del Policlinico ‘Riuniti’ di Foggia e più in generale alle altre realtà della Capitanata. La necessità di ridurre la spesa sanitaria per rispettare i parametri del Piano di Rientro rende necessaria una riorganizzazione complessiva attenta e seria, che fuori dalla demagogia e dalle polemiche rimetta al centro dell’agenda politica l’inderogabilità di una correzione sostanziale delle scelte previste dalla programmazione regionale". Presenti al vertice di stamani, oltre al presidente Pepe; il presidente del Consiglio provinciale, Enrico Santaniello; i presidenti dei gruppi consiliari di Palazzo Dogana; i consiglieri regionali Lucio Tarquinio, Giandiego Gatta, Leonardo Di Gioia, Francesco Damone; il deputato Angelo Cera; il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli; il vicesindaco di Cerignola, Roberto Ruocco; il vicesindaco di San Severo, Primiano Calvo; il sindaco di Lucera, Pasquale Dotoli; il sindaco di Monte Sant’Angelo, Andrea Ciliberti; il sindaco di San Marco in Lamis, Michelangelo Lombardi; il sindaco di Torremaggiore, Vincenzo Ciancio. Unanime la richiesta arrivata dai sindaci i cui presidi ospedalieri sarebbero disattivati con la proposta di Piano di Riordino predisposta dalla Regione Puglia. "Siamo tutti consapevoli – hanno sottolineato i primi cittadini – della necessità di intervenire sulla spesa sanitaria. Questo però non può concretizzarsi in una chiusura secca degli ospedali. Occorre mettere in campo una visione diversa e più matura, che tenga conto delle specificità territoriali e dei bisogni. La strada da seguire è quella della riconversione e della rifunzionalizzazione dei reparti". Tra le proposte avanzate dai sindaci gli investimenti in un polo d’eccellenza nel campo della riabilitazione per Torremaggiore, nel settore dell’oncologia per quello San Marco in Lamis e per la geriatria e lungodegenza a Monte San’Angelo. "Sono opzioni – hanno sottolineato i sindaci – che consentirebbero di perseguire gli obiettivi della razionalizzazione delle spese ottimizzando le strutture e le professionalità esistenti, senza far ricorso alla scure della chiusura". Il sindaco di Foggia Mongelli, dal canto suo, ha sollecitato la necessità di tutelare e rilanciare il grande patrimonio rappresentato dal Policlinico del comune capoluogo, eccellenza del nord della Puglia e secondo Policlinico della regione. "La nostra richiesta – ha affermato – è quella di correggere l’eccessiva mole di tagli operati per la nostra struttura, contestualmente dando rapidamente corso alla stipula dell’intesa tra Regione e Università e scongiurando il blocco dello sviluppo e del progresso infrastrutturale e nel campo della ricerca e della formazione che si rischia senza un intervento riequilibratore". "Serve comprendere quali siano i margini reali di trattativa con la Regione – ha aggiunto il vicesindaco di Cerignola Ruocco – perchè tutti noi abbiamo bisogno di conoscere quali siano le aperture che la Giunta regionale è disposta a concederci. Diversamente corriamo il serio rischio di fare pura accademia e di ritrovarci, alla fine, con un pugno di mosche in mano e bastonati dalle politiche del Governo Vendola". Propositivo l’apporto dato alla discussione dal consigliere regionale Lucio Tarquinio, per il quale "sono necessari l’impegno e la disponibilità di tutti per presentarci al confronto con la Regione attrezzati sul piano tecnico a formulare una nostra controproposta". "Governare è difficile – ha proseguito Tarquinio – e il centrosinistra adesso sta vivendo sulla propria pelle quanto sia importante non cedere alla tentazione della demagogia ma essere uomini delle istituzioni sempre. Non vogliamo oscurare le responsabilità politiche che gravano sulla situazione della sanità pugliese, ma ritengo opportuno che esse siano denunciate in Consiglio regionale. Qui noi abbiamo adesso il dovere di cercare soluzioni e ‘fare sistema’". Una posizione condivisa anche dal consigliere regionale Francesco Damone, che ha posto l’accento in particolare sulla strategicità "di ripensare globalmente e organicamente il sistema sanitario della Capitanata. Un impegno – ha detto – che deve vederci uniti e concordi nel salvaguardare le ragioni del territorio". Il deputato Angelo Cera, ricordando il proprio impegno a favore di un potenziamento e di una riorganizzazione della sanità provinciale, ha difeso con forza i diritti delle popolazioni del Gargano. "Con il Piano della Giunta regionale – ha dichiarato – si chiudono ospedali fondamentali per il diritto alla salute dei nostri cittadini, che si vedono così privati della certezza rappresentata dai presidi di prossimità". I rappresentanti dell’Ordine dei Medici, il presidente Salvatore Onorati (anche nella sua veste di segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Famiglia) ed il vicepresidente Angelo Graziano, hanno invece affrontato in modo dettagliato le possibilità di un "ridisegno complessivo" della nostra sanità rappresentato da un potenziamento dell’offerta territoriale e domiciliare, "unica strada per un abbattimento reale e concreto dei ricoveri impropri". "Considero positiva e proficua la discussione di oggi – ha commentato il presidente Marino in chiusura dell’incontro – perchè ci ha permesso di fare il punto della situazione. Rispetto a quanto emerso oggi confermo la mia volontà di portare queste istanze all’attenzione della prossima riunione della Commissione consiliare ‘Sanità’ e di avviare così un percorso che possa consentirci, assieme agli altri consiglieri regionali della provincia di Foggia, di individuare le strategie e le soluzioni migliori per venire incontro a queste richieste, che sposo e condivido. Il futuro della sanità del nostro territorio non può essere infatti affidato al calcolo di due funzionari dell’assessorato regionale alla Salute. Faccio notare tuttavia che ogni nostra rivendicazione avrà spazio solo nella misura in cui essa potrà essere inquadrata nella cornice complessiva del Piano di Rientro Finanziario, al quale non possiamo derogare sul piano delle cifre e dei numeri. Soltanto senza alterare quei parametri noi potremo costruire una proposta alternativa".