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Falsi invalidi, truffe e denunce la Puglia maglia nera dell´Inps

Fanno impressione i raggiri pensionistici ai danni dell´istituto. Sono superiori a quelli di Napoli. E record di vertenze: quasi il 50% dell´intero contenzioso dell’ente concentrato in quattro capoluoghi della regione. Su 122mila cause 25mila le hanno spontaneamente ritirate gli avvocati. Si trattava di persone morte. E nel Foggiano emergenza braccianti

 

Benvenuti nella Puglia dei finti assunti e del lavoro nero. Degli invalidi che sono ciechi, ma vanno da soli al supermercato per fare la spesa, leggono la posta, passeggiano in città senza che qualcuno li aiuti anche solo ad attraversare la strada. Come l´uomo "beccato" alla fine del 2010 dalla Finanza in un paese della provincia di Lecce: dal 1972, l´anno in cui Nicola Di Bari vince il Festival di Sanremo con la canzone I giorni dell´arcobaleno, faceva una vita a colori visto che incassava l´indennità di accompagnamento. Il totale che avrebbe frodato all´Inps ammonta a 150mila euro. Forse è pure per questo che da ottobre nella capitale del barocco cinquemila nuove domande di invalidità civile sono ferme al palo: la gente protesta, ma all´istituto della previdenza sociale vogliono vederci chiaro prima di aprire i cordoni della borsa.

Né potrebbe essere diversamente giacché da queste parti si concentra quasi il cinquanta per cento del contenzioso civile contro l´Inps: Foggia, Bari, Lecce e Taranto sono quattro dei sei capoluoghi italiani, insieme con Roma e Napoli, al di sotto di qualsiasi sospetto. «Sono il maggiore azionista dei tribunali» scherza, ma non troppo, il presidente dell´Istituto, Antonio Mastrapasqua. I processi pendenti all´ombra di san Nicola, si aggirano attorno ai 60mila. «Fanno impressione le truffe pensionistiche ai danni dell´Inps. Sono superiori a quelle di Napoli» raccontava, allarmato, non più tardi di un paio di mesi fa il prefetto Carlo Schilardi. Con l´aria che tira, per dirne una, avere mantenuto gli occhi aperti consente di smascherare qualcosa come il 20 per cento di falsi invalidi.

E´ dal 2009 che un decreto legge riporta all´Inps il governo delle pensioni d´invalidità: non sono più le amministrazioni regionali a concederle. Cambia la musica, e s´impenna il numero di vitalizi revocati. Niente accade per caso. Mastrapasqua dà uno sguardo alle statistiche e capisce che questa è «la regione giusta». Per affondare il coltello nella piaga ingaggia come capo dell´audit un giovane generale delle Fiamme gialle: Flavio Marica, 49 anni. Era di stanza a Bari.
Ancorché è nella Capitanata che i mastini dell´Inps hanno i maggiori, e peggiori, grattacapi. «A Foggia è pendente circa il 15 per cento dell´intero contenzioso dell´Istituto». Ancora. «C´è la più vasta platea di falsi braccianti agricoli»: 30mila? Ufficialmente gli iscritti alle liste di collocamento sono 46mila e tutti se la prendono con l´Inps in un´aula di giustizia. Spesso perfino quattro o cinque volte per la stessa prestazione. Il braccio di ferro è legato soprattutto al riconoscimento delle differenze retributive. Spiegava Mastrapasqua a Panorama: «Sono andato a Foggia di persona a controllare. Su 122mila cause, 25mila le hanno spontaneamente ritirate gli avvocati. Erano state avviate per lo più a nome di persone morte o inesistenti». Accadeva nel mese di luglio dell´anno scorso: il capo dell´Istituto aveva avuto un faccia a faccia con i magistrati della procura dauna. C´è un´inchiesta: sequestrati fascicoli processuali nei tribunali di Foggia e Lucera, perquisiti quattro studi legali a Foggia, Cerignola, Trinitapoli e Margherita di Savoia.

Gli ispettori dell´Inps calcolano che nel Tacco c´è un imbroglione ogni 153 abitanti. La media nazionale è di un bracciante ogni 611. Una illegalità di massa. Intollerabile quanto inaccettabile. Tanto più che, come dimostrano le indagini, i "furbetti del poderino" non è gente costretta ad arrangiarsi, ma si ritrova al soldo della criminalità, vero e proprio regista di un sistema scientifico capace di muovere una quantità enorme di soldi. Sempre in quello che era il granaio d´Italia, prima che i requirenti ficcassero il naso negli affari disinvolti dei prezzolati dai clan, un unico civilista aveva potuto accumulare parcelle per oltre 10 milioni grazie alle cause anti-Inps. Business e minacce, perché la posta in gioco è alta. Mastrapasqua rivela: «Il nostro avvocato di Foggia è stato minacciato di morte».

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