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Piano riordino ospedaliero, iniziate oggi audizioni alla Regione

"Una mannaia ragioneristica". Così è stata definito il regolamento sul riordino ospedaliero adottato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi dai sindaci dei comuni che sono intervenuti alla seduta congiunta monotematica della I e III commissione consiliari, presiedute rispettivamente da Arcangelo Sannicandro e Dino Marino. Sono iniziate, infatti, oggi le audizioni alla Regione con la partecipazione dell’ANCI e UPI Puglia e dei sindaci di 19 comuni (Ruvo di Puglia, Bitonto, Santeramo in Colle, Minervino Murge, Spinazzola, Cisternino, Ceglie Messapica, Monte Sant’Angelo, Torremaggiore, San Marco in Lamis, Gagliano del Capo, Maglie, Poggiardo, Massafra, Mottola, Rutigliano, Noci, Campi Salentina e Mesagne). L’ANCI e l’UPI hanno chiesto in particolare, pur nella consapevolezza della necessità contingente dei tempi brevi che si accompagnano alla definizione del provvedimento, che sia resa effettiva la concertazione istituzionale (con particolare riferimento alla Conferenza dei sindaci delle ASL); che venga garantita una conoscenza dettagliata degli interventi che si andranno a definire con la certezza sui tempi di attuazione e la contestualità dei provvedimenti di dismissione/attivazione dei servizi.
Il piano – secondo molti sindaci – rappresenta un attentato al diritto alla salute costituzionalmente garantito, oltre a costituire un mancato rispetto del Livelli essenziali di assistenza (Lea). I rappresentanti dei comuni hanno sottolineato anche come l’intero provvedimento sia stato calato dall’alto senza alcuna concertazione e condivisione. In molte circostanze sono state completamente disattese le intese stabilite nell’ambito dei PAL (Piani attuativi locali), adottati lo scorso anno in applicazione del Piano della Salute. Provvedimenti "abortiti", è stato detto. Peraltro sono state previste disattivazioni anche per sedi ospedaliere dove sono state investite in precedenza ingenti risorse finanziarie. Richiesta unanime è stata quella di avere garanzie di tempi certi tra dismissione delle strutture ospedaliere e attivazione di nuovi servizi territoriali, per i quali sono state presentate anche proposte alternative o aggiuntive, a sostanziale titolo di risarcimento per la chiusura dei presidi ospedalieri.