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Turismo/ Il Matrimonio Daunia&Gargano non emoziona gli operatori viestani

Vescera: “interessante ma difficile da realizzare”. Manzionna: “Non si facciano solo proclami”.

 

Il Gargano convola a nozze con la Daunia a patto che spetti al più anziano per esperienza la potestà turistjca.  Il matrimonio Daunia&Gargano nato da un’idea di Federico Massimo Ceschin, sposata da Provincia e Regione e partecipata con entusiasmo soprattutto dalle amministrazioni della Piana e dei Monti Dauni, non convince del tutto i viestani. In alcuni casi del tutto ignari dell’iniziativa, che al di là dell’apprezzabile sforzo promozionale, solleva qualche dubbio e perplessità. Già avanzata ieri su queste colonne dallo storico albergatore Paolo Rosiello che pur plaudendo all’intento di vendere un unico prodotto turistico, si interrogava sulla durata di un Unione tra i territori, non scissa da valutazioni inerenti alle problematiche legate alla viabilità e alla diversa maturità dei promessi sposi. L’imprenditoria di settore della prima donna del turismo garganico non oppone resistenze al contratto matrimoniale che in questi giorni sta riscuotendo favorevole accoglienza, a giudicare dal numero di sottoscrizioni in crescente aumento, condividendone appieno i sei paradigmi e la promessa di un calendario unico di eventi in formato brochure da divulgare nelle sedi e vetrine più opportune al fine di potenziare un turismo territoriale sostenibile e duraturo a marchio d’area. La preoccupazione, piuttosto, investe ragioni di mercato. Se per proiettarsi nel brand Puglia si vuole inventare un nuovo marchio sulla scia dello slogan dell’evento che si celebrerà nella tre giorni vichese in occasione della festa patronale, Vieste non ci sta. “Se effettivamente sarà dato seguito all’idea di un unione tra i territori, a prescindere dall’appuntamento -ha dichiarato a l’Attacco Vittoria Vescera, presidente del Consorzio Gargano Mare-, si tratta senza dubbio di un’operazione per potenziare il nostro prodotto turistico, anche se la vedo difficile da poter realizzare, considerate le differenze notevoli trai due territori”. Senza escludere, però, che la diversità per conformazione rappresenti allo stesso tempo anche una ricchezza in una visione complementare dell’offerta turistica del territorio provinciale in tutta la sua estensione. “Un unico prodotto potrebbe realmente realizzare il fenomeno della destagionalizzazione – continua- ma il dubbio è che si voglia compiere il tentativo di accedere a forme di finanziamento di tipo turistico attraverso realtà che non sono prettamente legate al turismo, trovando una scappatoia per assurgere ai fondi. Solo questa è la mia preoccupazione» L’intento. è positivo. Anche se del progetto in fase embrione non si conoscono approfonditamente obiettiv e proposte di cui la comunità viestana, che ha mancato il foggiano incontro organizzativo di due giorni fa a Palazzo Dogana, pare abbia raccolto notizie e informazioni dai media locali. Un manca»a di coinvolgimento che ha irritato la Vieste isola del turismo garganico ma che per alcuni si iscrive nella dimensione localistica della scarsa collaborazione e condivsione delle idee, che anziché arricchirsi delle esperienze Positive e di successo si vestirebbero di individualismo. Per questo in Capitanata non accade, come per il Salento che ci senta tutti figli di un stesso territorio all’ombra del Promontorio “Si sta perdendo d’occhio il Gargano che è trainante nel turismo della provincia per tutta la sua tradizione. Questo progetto per me non è
negativo se serve a potenziare li prodotto sotto l’aspetto turistico. Non si tratta di un altro brand è il brard Gargano che si vuol spingere. Se è così che la si sta considerando questa operazione -aggiunge Vescera la valuto positivamente, perché è in questo modo che si ragiona in una logica di rnarketing, ampliando ad altre zone la forma di promozione ma sotto l’insegna già riconosciuta. Come per il Salento -osserva- dobbiamo immaginare un Grande Gargano per vendere tutto il territorio, un unico prodotto in cui rientra anche l entroterra” Monti Dauni e Piana nel brand allargato del Gargano Un marchio riconosciuto da quarant’anni, il più cliccato sui motori di ricerca. Il piu efficace per aggredire il mercato. “Parlare di Monti Dauni o Daunia che richiama le origini antiche -il commento di Gino Notarangelo, patron del centro turistico Gattarella-. non intercetta chi la nostra storia non la conosce. Abbiamo speso risorse e finanziamenti pubblici nel distinguere Daunia e Capitanata che non sono conosciuti all’estero”. La provincia di Foggia si è venduta poco in pubblicità rispetto al resto dei territori pugliesi, perché si è spesso adottata la ‘ scelta sbagliata di lanciare un nuovo brand invece di fidelizzare. Ma è al problema infrastrutture che, nell’ottica di una visione turistica integrata tra mari e monti, occorre trovare soluzione urgente per l’albergatore. Ai turisti che si invitano a trascorrere le vacanze in provincia di Foggia occorre poi assicurare il trasporto. E l’aeroporto che serve l’indotto turistico da98 mila addetti “è il salto di qualità dà compiere che richiede il mercato vacanze”. Poi ogni iniziativa di promozione che attiene alle tematiche del turismo è la benvenuta. “La pubblicità è l’anima del commercio e la promozione fa bene al territorio” che nell’ultimo ventennio ha speso risorse per far crescere il suo appeal turistico, aggiunge Notarangelo che sul matrimonio è d’accordo con Luigi Manzionna. “Tutto quello che è novità va bene -precisa l’imprenditore turistico viestano- ma che non si facciano solo proclami come per il comitato Gino Lisa. Più ne siamo più contiamo. Che ci siano sinergie tra i territori, è sempre un fatto positivo”. Ma l’handicap più grande restano le infrastrutture. E nonostante ciò, la provincia di Foggia rispetto al territorio pugliese, segna il 51% di presenze turistiche in un bacino di grande richiesta che potrebbe raddoppiare i 4 milioni annui se solo avesse le ali.

Roberta Fiorenti
L’Attacco