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Sanità/ Fiore rimane al suo posto «Ma sono un assessore a termine»

Dietrofront alle dimissioni. È stato convinto dai molti sms che ha ricevuto. «Ora basta equivoci tra ruolo tecnico e politico».

 

 «Continuo a lavorare come sempre e anzi un po’ di più». Tommaso Fiore resta al suo posto di assessore alla Salute. Le dimissioni annunciate giovedì al Consiglio regionale («il mio ruolo è esaurito») sono rientrate. «Ma confermo – dice Fiore – che il mio impegno è a termine». Ha trascorso la giornata in ufficio, subissato da messaggi di solidarietà e inviti a non mollare. Soprattutto sottoposto alle energiche pressioni di chi voleva evitare che egli lasciasse l’incarico. In primis Nichi Vendola. Alla fine il concerto dei «moltissimi messaggi ricevuti» lo convince a restare. Spiega così le sue parole dell’altro giorno: «Nessuna polemica con la relazione letta in Aula dal presidente della commissione Sanità, Dino Marino.

Che ha posto questioni non banali. La prima delle quali attiene alla necessità di tenere la barra dritta e perseguire obiettivi chiari». Non c’è chiarezza in maggioranza? «È importante che non ci siano equivoci sulla distinzione tra ruolo tecnico e politico. Non vorrei che la presenza di un tecnico nel ruolo di assessore costituisse un elemento equivoco. E si finisse per scambiare il lavoro dell’assessore con quello di un funzionario che si limiti ad istruire le pratiche. Assegnando ad altri la funzione politica». Rivendica uno spazio politico? «Non nel senso che comunemente si assegna a questa espressione. Diversamente mi sarei candidato. Non uno spazio, ma un ruolo politico sì. Per questo ho voluto lanciare un avvertimento: o siamo tutti d’accordo sulla linea da prendere e che io devo rappresentare; o, se no, preferisco togliermi di mezzo. Per evitare che la mia natura di tecnico venga strumentalizzata». Del resto, il momento è «cruciale» e per questo occorre «marciare tutti quanti nella stessa direzione». Fiore tiene a sottolinearlo. «Con il governo stiamo giocando una partita dura. La sanità è uno dei punti centrali del confronto tra governo e Regioni. Non a caso ho richiamato in Aula il mito dell’"albero storto" evocato da Tremonti. Il quale nella convinzione che ci siano territori incapaci di gestire con efficienza, accentra sul governo decisioni che invece spetterebbero alle Regioni». Per questo «occorre che noi siamo capaci di governare i processi di trasformazione del territorio: per togliere ogni alibi a chi parla di inefficienza».

Non basta, perché il menu degli impegni riporta anche la delicata attuazione «del Piano di rientro e c’è pure da affrontare il tema del riparto del Fondo sanitario». È anche per questo che Fiore decide «di continuare a lavorare in assessorato: come sempre e anche un po’ di più per le ragioni e gli impegni cui alludevo». Con un’avvertenza, tuttavia. «Il mio mandato è a termine, come ho sempre detto. Ho dichiarato precipitosamente giovedì che era questione di ore. Diciamo che è una questione di settimane. Di certo, non starò qui tutta la vita». Il governatore sarà soddisfatto della scelta di Fiore. Ieri mattina, parlando con i giornalisti, è stato il primo a sollecitare un ripensamento. «L’assessore Fiore – ha sottolineato – non ha dato le dimissioni, le ha annunciate. Ma con grande soddisfazione di tutti noi, lunedì sarà a Roma: a combattere per introdurre il parametro della "deprivazione" nel riparto del Fondo sanitario nazionale. Questa lotta la farò io assieme a Fiore; anzi la farà Fiore assieme a me». Analogo attestato di stima è arrivato dal segretario della Cgil Gianni Forte: «Non possiamo permetterci di perdere un interlocutore autorevole e competente proprio nella fase in cui il Piano di rientro dovrà essere gestito». Un appello è giunto pure dai capigruppo di centrosinistra (Antonio Decaro, Michele Losappio, Angelo Disabato, Orazio Schiavone): «Nella sua onestà, capacità e determinazione a difendere i diritti dei cittadini e le ragioni della Puglia ci riconosciamo pienamente. Il nostro non è solo un invito a continuare nell’esercizio delle proprie funzioni ma il pieno riconoscimento di un lavoro comune. Confidiamo che anche nel 2011 il nostro assessore alla Salute sia il professor Fiore».

Il riferimento alla data non è sfuggito al vigile Rocco Palese (Pdl): «È una farsa: ci sono dimissioni a tempo annunciate da Fiore, smentite da Vendola, e respinte sempre a tempo: i capigruppo di maggioranza chiedono a Fiore di restare assessore "anche nel 2011", non fino a fine legislatura. La verità è che Vendola ha lasciato Fiore da solo. E l’assessore si è visto contestare da esponenti di centrosinistra. Mi chiedo se chi oggi blinda Fiore, stia scaricando Marino e tutti coloro che manifestano contro il Piano di rientro e Riordino ospedaliero». «Nessuna contraddizione – replica Marino – ed io non ho nulla da obiettare sull’operato dell’assessore cui ho tributato la mia pubblica stima. Palese fa lo gnorri e dimentica che il Piano di rientro è frutto, in parte, di un’imposizione del governo. Il punto, tuttavia, non è il Piano di rientro. Ciò che lamento è lo scarto tra la mission programmatica del lavoro nostro e di Fiore e il lavoro svolto nelle Asl».