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Capitanata/ Racket delle auto rubate 3.600 l’anno

Pochi denunciano, la maggior parte delle vittime paga in silenzio.

 

Un reato su due compiuto in Capitanata è un furto. A fronte di 27.495 reati denunciati a Foggia e provincia (dato riferito al 23 dicembre 2010), ben 14.541 erano furti, con un aumento del 5 per cento rispetto al 2009. Soltanto 444 i casi risolti con arresti e/o denunce, e una imbarazzante percentuale del 2.8 per cento peraltro in linea con i dati di tutta Italia. Se poi si analizzano i tipi di furti la parte del leone la fanno quelli di auto: il dato 2010 è di 3.635 veicoli rubati, a fronte dei 3.552 dell’anno prima con un aumento del 2.3% per cento.
Un terzo dei furti registrati in tutta la provincia avviene a Foggia (quasi 5mila nel 2010), rispettando per il resto le percentuali per quanto riguarda le auto sottratte nell’ordine di circa 1.500, 4 al giorno. Nella tradizionale classifica di fine anno del «Sole 24 Ore» sulla vivibilità delle città italiane tra gli indicatori sull’emergenza sicurezza c’era anche quello relativo ai furti di auto registrati ogni 100mila abitanti: Foggia occupa la quintultima casella: peggio stanno solo Napoli, Roma, Bari e il fanalino di coda Catania. Quante delle 3.600 auto rubate annualmente in città e provincia vengono ritrovate e se in buono stato o bruciate? Sul punto questura e comando provinciale carabinieri non hanno dati precisi, ma stime attendibili parlano di una cifra che supera il 50 per cento. Che il riciclaggio delle auto smontate in capannoni nelle campagne tra Foggia e Cerignola per rivenderle a pezzi e far sparire la scocca in autodemolizioni sia un mercato fiorente in mano alla criminalità cerignolana lo dicono gli arresti, i sequestri, i blitz, le analisi degli investigatori (a Cerignola è il primo affare della criminalità, ha superato anche quello dello smercio di cocaina» disse qualche mese fa il dirigente del commissariato). Resta poi da chiedersi quanto siano fortunati i derubati che ritrovano casualmente dopo qualche giorno i mezzi «spariti», e quanto questa fortuna sia… gratis. Spesso, troppo spesso c’è il sospetto che dietro questi rinvenimenti casuali ci sia il racket che impone il pizzo – da poche centinaia di euro sino a qualche  migliaio – per la restituzione del mezzo. Se si pensa che nel corso di tutto il 2010 in Capitanata ci sono state soltanto 141 denunce per estorsione, dato che riguarda tutti i tipi di taglieggi, ci si rende conto quanto sia diffuso il fenomeno del «cavallo di ritorno»: si paga in silenzio quanto preteso. Nel 2010 gli arresti per questo tipo di estorsione sono stati una trentina, compresi quelli eseguiti nell’ambito di tre blitz (<Capolinea e Final Cut» a Cerignola, «Cella 29» a Lucera) che riguardavano più in generale il fenomeno delle auto rubate e taroccate. In più di una circostanza si è arrivati a denunciare i derubati per favoreggiamento per aver negato d’aver intavolato trattative e pagato per recuperare quanto rubato, il che dovrebbe far riflettere sulla scarsa fiducia riposta dalle vittime nell’efficacia dell’azione investigativo-repressiva. Del resto anche gli ultimi 4 arresti eseguiti a Foggia dai carabinieri nel blitz «Scarface» per estorsione ad un medico sono stati scoperti soltanto casualmente grazie alle intercettazioni telefoniche in corso su alcuni foggiani coinvolti in spaccio di droga. Dall’inizio dell’anno sono 11 le persone arrestate per il cosiddetto «cavallo di ritorno»: pochine se si pensa che in questi primi 50 giorni del 2011 sono «sparite» circa 500 auto, gran parte delle quali ritrovate: tutte grazie alla fortuna?