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Vieste/ Oggi il terzo anniversario della scomparsa di Carlo Nobile

LA POLITICA SENZA CARLO NOBILE

 

Il 23 febbraio ricorre il terzo anniversario della scomparsa di Carlo Nobile. Della sua figura si è detto tantissimo nel sottolinearne il contributo peculiare dato alla politica cittadina e non ci ripeteremo. In questo 2011, tuttavia, la commemorazione dell’indimenticato Sindaco ed assessore del Comune di Vieste assume un significato particolare, perché ricade in un periodo immediatamente prossimo allo svolgimento delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale cittadino. Un periodo nel quale la politica cittadina, o quel blob informe e deforme che se ne assume i connotati, sta scaldando i motori per partecipare alla grande corsa di maggio. Sarà dunque –sia detto senza accenti retorici- la prima campagna elettorale senza Carlo Nobile.
La figura di Carlo, al di là dei riferimenti alla persona, richiama ad una nobile –  in nomen omen- concezione della politica che sembra aver abbandonato i nostri lidi insieme a Lui. Lo si capisce da indizi più che evidenti e soprattutto dalle prime risposte che sembrano abbozzarsi ad una non più rinviabile esigenza del tipo “più la città sarà difficile da amministrare e più la politica deve mostrarsi all’altezza del compito”. Oggi quel “più difficile da amministrare”  assume più i connotati di un conto salato se non addirittura salatissimo, che quelli di un mero input che ispiri i programmi di chi concorrerà alle elezioni. Ed in quanto tale, quel conto salatissimo ha tutta l’aria di voler necessariamente imporre scelte dolorose ed impopolari, di cui solo una politica degna di tal nome può assumersene il fardello. Tanto più considerati gli eccessi toccatisi a Vieste negli scorsi giorni con la pseudomanifestazione e l’incendio ad un noto ristorante, prodromici di qualcosa di molto peggio che sembra profilarsi già ad un tiro di schioppo.
Quel “la politica deve mostrarsi all’altezza”  poi, evidentemente, non può che richiamare ad un’assunzione di responsabilità piena e consapevole sia della situazione presente, sia del compendio di risposte che si intendono fornire per la governabilità cittadina. In tal senso i primi vagiti di campagna elettorale si manifestano “disarmanti”. Il rito pre-elettorale non registra omelie programmatiche degne di nota, di quelle che scuotano le coscienze. L’elemento programma, nel quadro delle liste che si stanno profilando, continua a fungere da mero accessorio, denotando una perniciosa carenza di visione d’insieme, di idee guida, di concetti cardine insomma di un “progetto paese” degno di tal nome, da sottoporre al servizio della città. Tanto più in una fase cruciale della sua storia dove il compimento di scelte strategiche e decisive assume sempre più i connotati di un diktat.  
Una figura come quella di Carlo Nobile avrebbe costituito un richiamo carismatico in tale auspicata direzione. Non a caso gli ultimi anni della sua attività politica ed amministrativa li ha impregnati di uno strenuo impegno, tutto rivolto affinchè la classe politica di questa città, i meccanismi di selezione della stessa, le connotanti idee e programmi si devolvessero unicamente alla visione d’insieme, ad un progetto guida adulto per affrontare la sfida proposta alla città da una modernità sociale, culturale ed economica sempre più complessa e competitiva. Lo ha fatto con tutte le sue forze, che erano quelle, in primis, del contributo in prima persona a costo di sacrifici personali, e poi con la logica appassionata del dialogo e del coinvolgimento. Purtroppo a distanza di tre anni, di quei sacrosanti fremiti si avverte una eco sempre più flebile, Nobile di nome, ma sempre meno di fatto.

Carmine Azzarone
Dal  suo ricordo sempre ispirato