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Vieste/ Questa mattina la commemorazione del senatore Cariglia

Come annunciato, questa mattina si è svolta la commemorazione, nel primo anniversario della morte, del Senatore Antonio Cariglia, avvenuta a Pistoia il 20 febbraio 2010.

Il Comune di Vieste ha omaggiato l’illustre concittadino a cui va il merito, tra l’altro, di aver realizzato nella nostra città, per il tramite della Fondazione “Filippo Turati”, il centro sanitario e di riabilitazione di “Macchia di Mauro”. Alle ore 10.30, nella Basilica Cattedrale, è stata celebrata una Santa Messa a suffragio del defunto parlamentare. Al termine alla “Fondazione Turati”, si è svolta la cerimonia di scoprimento di un busto in pietra locale del Sen. Antonio Cariglia, opera dell’artista viestano Carlo Gentile.
Di seguito il ricordo del sindaco Nobile.

COMMEMORAZIONE ANTONIO CARIGLIA – IL RICORDO DEL SINDACO ERSILIA NOBILE
“Io sono un fautore dello Stato democratico forte. Perché lo Stato democratico forte garantisce il cittadino debole. E’ lo Stato debole che non garantisce il cittadino debole”. Questa citazione dell’onorevole Antonio Cariglia, resa in un libro intervista, confesso che mi ha molto colpita ed è uno dei tanti motivi per i quali sono orgogliosa di commemorarne la figura, ad un anno dalla sua scomparsa e proprio qui nella sua città Natale.
Solo chi ha maturato un senso dello Stato autentico riesce meglio di altri a coglierne la funzione, il significato che la sua presenza o la sua essenza deve avere nella nostra società, nel nostro vivere quotidiano. Lo Stato, così ci suggerisce Antonio Cariglia con quelle parole, non è una entità astratta che sovrasta i cittadini con i suoi apparati, ma è qualcosa che assume un volto umano, quasi a voler dire “lo Stato siamo Noi”. Tanto che si fa garante del bisogno dei cittadini, soprattutto del bisogno di quella parte che più necessita di tutela, ovvero il più debole. E’ a servizio di questa concezione che Antonio ha speso l’impegno di una vita, ha militato in un grande partito, ha messo a rischio anche la propria libertà pur di poterla sostenere ed affermare.
Un impegno reso in misura tale da conquistarsi, senza risparmiarsi le enormi fatiche ed amarezze della strenua competizione politica, il ruolo di grande protagonista della storia politica italiana fino agli anni 90’, insieme a profili come Craxi, Andreotti, Spadolini, Nenni, Saragat, Lombardi, De Martino e tanti altri ancora che hanno segnato la storia della nostra democrazia.
Quella di Antonio è una storia ritagliata sotto la nobile bandiera della sinistra a misura d’uomo. Quella sinistra che, sfidando i diktat e l’ortodossia del richiamo comunista, che in quegli anni mostrava un volto feroce e spietato con chi non si allineava, e non impaurendosi di vestire i panni di Davide che sfida Golia, ha preso forma e sostanza nel partito socialdemocratico italiano. Scegliendo di incarnare una tradizione politica che è tuttora di straordinaria attualità ed alla quale continuano ad ispirarsi tanti riferimenti politici e sociali in lungo e in largo per l’Europa.
Il percorso di vita, l’impegno e la statura di Antonio Cariglia si snodano attraverso vicende cruciali della nostra storia recente, che viste dalla distanza dei nostri giorni, assumono sempre più un’ importanza capitale quando si vuole stabilire il contributo dato all’affermazione di uno Stato democratico sempre più compiuto e dei tanti valori scolpiti nella Costituzione Italiana di cui godiamo i benefici.
Il nostro Antonio ha attraversato da protagonista e comprimario vicende come il travaglio del partito socialista ai tempi di Nenni e la nascita di quello socialdemocratico al fianco di Saragat. Lo ha fatto sotto il peso della enorme responsabilità di chi per coerenza alle proprie idee si distacca dalla casa madre socialista incurante di invettive e scomuniche. Si confronta negli anni 70 e 80, con pari dignità, con la concorrenza del partito socialista impersonificato dal carisma di Bettino Craxi, senza rinunciare alla propria identità o senza farsi annullare dalla travolgente ascesa del leader del Partito del garofano.
Molto altro si potrebbe dire sul prezioso contributo di questo nostro concittadino alla storia d’Italia recente, di come l’ha attraversata in tutti i suoi sussulti in quegli anni non certo facili. Chi ne vorrà ricostruire con oggettività le vicende certamente si imbatterà nel ruolo non secondario che Antonio vi ha avuto.
La sua figura è stata quella non di un viestano qualunque, ma quella di un viestano vero che animato da una personalità profonda e caparbia nella sua voglia di riscatto, si getta a capofitto nella mischia e riesce ad arrivare ai vertici.
Di un grande viestano come Lui non posso però far risaltare solo lo straordinario profilo di figura pubblica; mi sento in dovere, senza cedimenti alla retorica commemorativa, di richiamare anche il suo profilo privato, tanto più qui nella sua/nostra città natale. Un profilo che si sottrae alla notorietà ed alla ricerca di pubblica approvazione e si dispiega solo come espressione del proprio carattere, della propria indole e delle proprie sensibilità umane.
L’Antonio Cariglia, cittadino di Vieste è l’Antonio che il suo tratto di sensibilità umana lo ha reso tangibile con un proprio slancio e con proprie azioni concrete. Ed è con questo impeto che, in segno di riconoscenza verso la terra che gli ha donato le origini, conferisce  a questa nostra città il dono della sua amata Fondazione Turati. 
Una sua eredità indimenticata ed indimenticabile, nella quale si materializza una struttura emblema dell’attenzione e della cura che tutti dobbiamo al prossimo, soprattutto quel prossimo che per ragioni di età o per debolezza della propria costituzione fisica versa in condizioni di disagio e di sofferenza.
La Turati di Antonio Cariglia non è un segno qualsiasi, ma è “il segno”, la testimonianza di quanto l’impegno di una vita paghi sapientemente l’impegno per il prossimo, per la gente della propria terra. Noi gli saremo sempre grati perché a Vieste il verbo curarsi è sempre associato alla Fondazione Turati.
Questo slancio, questa sensibilità, questa indole Antonio Cariglia li ha fatti trapelare anche dal suo modo di porsi e dal suo carattere. La compostezza del suo muoversi tra la gente con tutta l’eleganza del suo portamento, la sua voce tonica e suadente, i suoi toni cordiali al servizio di una oratoria di formidabile persuasione erano tutti tratti distintivi di una persona stimata e per bene della quale questa città si onorerà sempre di averlo tra i suoi figli prediletti.
Permettetemi un ultima, ma non meno importante annotazione, che sento doverosa, perché contempla anche un riferimento familiare. Il 20 febbraio dello scorso anno scompariva Antonio Cariglia, uomo della socialdemocrazia italiana per antonomasia e cittadino emerito della nostra Vieste; il 23 di febbraio, giorno nel quale teniamo questa commemorazione, ricorre anche il terzo anniversario della scomparsa di Carlo Nobile, mio fratello, uomo della socialdemocrazia viestana per antonomasia, per la quale anch’egli ha speso con meriti riconosciuti e stimati da tutti e dallo stesso Antonio, l’impegno di una vita.
Si conoscevano, si stimavano dal più profondo del cuore; si sono sentiti accomunati anche nell’ispirazione dei comuni riferimenti politici. Il che evidentemente non è un caso, animati com’erano, entrambi, da un concetto della politica che si rende solo come  spirito di servizio alla comunità, nel pensiero e nell’azione.
Sia Antonio, che Carlo, seppur in ruoli ed in ambiti diversi, con la propria storia personale, con i propri meriti ci hanno reso e ci renderanno per sempre orgogliosi di essere viestani. Il loro di esempio sarà anche il nostro esempio quando al nostro impegno non solo in politica, cercheremo di conferire il giusto significato e la dovuta testimonianza.
Che riposino in pace e ci diano sempre luce per il nostro cammino quotidiano.
Vi ringrazio per la cortese attenzione.

Ersilia Nobile

Sindaco di Vieste