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Servizi socio-sanitari, 36 milioni per la Capitanata

In un momento in cui si parla tanto di tagli la Asl di Foggia si muove in controtendenza investendo in maniera concreta sul futuro dei cittadini. Lo fa con diciannove interventi, finanziati dalla Regione Puglia, in grado di accrescere l’attrattiva dell’intero territorio provinciale.  Nello specifico la Asl costruirà, adeguerà e amplierà strutture poliambulatoriali, distrettuali e consultoriali, fornendo spazi e nuove strumentazioni . "36 milioni di euro, un investimento importante per il territorio che favorisce una provincia che è stata ai margini delle precedenti programmazioni, ha dichiarato l’assessore regionale ai Servizi Sociali Elena Gentile. Il valore aggiunto di questa scelta sta nel coinvolgimento di tante piccole comunità. Si tratta di un forte segnale di civiltà e di attenzione dimostrato soprattutto nei confronti delle persone più fragili". Questo importante finanziamento consentirà di assicurare assistenza territoriale adeguata e soprattutto eviterà in futuro che la gente del Subappennino e del Gargano si sposti verso le strutture ospedaliere. " Nei nostri obiettivi futuri c’è, infatti, la cura dei pazienti direttamente in casa grazie alla teleradiologia e alla telemedicina, ha aggiunto Ruggiero Castrignanò, direttore generale della Asl. Se riusciremo ad avere altri finanziamenti forse tra qualche anno tutto questo diventà realtà’ . Il fiore all’occhiello di questo progetto, secondo Attilio Manfrini, direttore area gestione tecnica della Asl, è quello che meno appare. Si tratta dei 4 milioni e 300mila euro di attrezzature che saranno distribuite su tutto il territorio provinciale e che andranno a soddisfare i bisogni di salute nelle strutture territoriale, fino ad ora sfornite di queste tecnologie. E a proposito di innovazione, tra i diciannove progetti salta all’occhio la realizzazione di un Asilo Nido che nascerà all’interno dell’ospedale Tatarella di Cerignola, rivolto principalmente ai dipendenti del nosocomio ma in futuro anche al vicino quartiere residenziale. Si tratta del primo modello di integrazione territorio-ospedale mai operato in Puglia.