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Orsara/ L’Abbazia di Sant’Angelo aperta tutto l’anno

L’Abbazia di Sant’Angelo, a Orsara di Puglia, sarà aperta e visitabile tutto l’anno. Grazie alla collaborazione tra il Comune di Orsara e la Parrocchia di San Nicola, il complesso sarà sempre visitabile il sabato pomeriggio (dalle 17 alle 19), la domenica e nei giorni festivi (dalle 11.30 alle 13 e dalle 16 alle 19). Per accedere al complesso durante gli altri giorni, ci si potrà rivolgere al numero verde gratuito 800 106 822 dello Sportello Turistico Comunale. Il nuovo servizio si aggiunge a quello già operato dalla Pro Loco. L’Abbazia di Sant’Angelo – con la Grotta di San Michele e la Chiesa dell’Annunziata – è uno dei luoghi più belli e ricchi di storia a Orsara di Puglia. Negli ultimi anni è stata oggetto di interventi di restauro e consolidamento che hanno permesso, dopo molto tempo, di riaprire al pubblico e ai fedeli l’antichissima grotta consacrata al culto dell’Arcangelo ‘guerriero’. L’Abbazia di Sant’Angelo, detta anche "dell’Annunziata", è la prima storica costruzione che appare alla vista di chi raggiunge Orsara. Il complesso, immerso nel verde, comprende anche la Chiesa di San Pellegrino. L’elemento più importante e suggestivo del sito è costituito proprio dalla Grotta di San Michele, chiesa scavata nella roccia presumibilmente nel 200 dopo Cristo. Il tempio di pietra sorge all’interno di un anfratto naturale. Si tratta di uno tra i luoghi di culto più importanti e antichi del Mezzogiorno d’Italia. Vi si accede attraverso la cosiddetta "scalinata sacra". All’interno si trovano iscrizioni latine e i graffiti lasciati dai pellegrini che transitavano per raggiungere il più noto Santuario di San Michele che si trova a Monte Sant’Angelo e da lì la Terrasanta. L’interno è formato da un’unica navata irregolare. Sul fondo è posto l’altare che accoglie l’8 maggio, il giorno dell’Apparizione, accoglie la statua di San Michele altrimenti custodita dalla Chiesa Madre. Sempre all’interno del complesso si trova la Chiesa dell’Annunziata. Venne costruita fra il X e l’undicesimo secolo. La struttura, a forma di parallelepipedo in pietra viva, presenta sul lato ovest tre semplici monofore. E’ un vero e proprio gioiello dell’architettura bizantina. Custodisce due cupole ellissoidali, intervallate da una volte a botte che segna il passaggio dalla convezione architettonica bizantina a quella preromanica. L’interno è severamente sobrio e conserva una interessante epigrafe murata che narra di un abate originario di Leon (Spagna) qui sepolto nel 1003. Specularmente alla lastra tombale è sistemato l’ambone. E’ un insieme di strutture architettoniche recuperate: un leone stiloforo sorregge una colonna federiciana sormontata da tre pannelli rinascimentali. Un capitello romanico sorregge la lastra della mensa eucaristica, mentre dietro l’altare è stata ricostruita una sedia in pietra utilizzando due leoni romanici.