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Vico/ Le dimissioni di Damiani non sono ancora state ritirate

Il sindaco non decide. Si apre una fase importante.

 

Settimana decisiva per le sorti dell’amministrazione comunale di Vico del Gargano. Il sindaco, Luigi Damiani, ha presentato le dimissioni il 19 febbraio (entro il ventesimo giorno dovranno essere confermate o meno, pena lo scioglimento del Consiglio), senza una precisa motivazione, lasciando così aperte ogni possibile ipotesi sui reali motivi che l’hanno portato a gettare la spugna.
Per l’amministrazione il 2011 è l’ultimo anno della legislatura e, come spiegava il sindaco, «questi ultimi dodici mesi dovevano essere la sintesi di tutto il lavoro svolto; progetti importanti che possono dare un nuovo volto al Paese, per quanto riguarda la pianificazione territoriale, con l’approvazione del PUG; la riqualificazione di San Menaio; interventi per il recupero di aree archeologiche come Monte Pucci e Monte Tabor». – Damiani escludeva che possano esserci interessi personali o dei cosiddetti “gruppi di potere” nel momento in cui si parla di Piano urbanistico.
«Niente di tutto questo – rassicurava – piuttosto ritengo che sia venuta meno quella tensione che finora aveva fatto sì che l’amministrazione, il prossimo anno, potesse presentare alla cittadinanza un bilancio positivo; in poche parole, dimostrare che avevamo lavorato bene e tanto nell’esclusivo interesse della nostra comunità». Invece che cosa è accaduto? Lo spiega lo stesso sindaco: «Ho verificato che non c’erano più forti motivazioni, in poche parole che non c’era più la stessa determinazione a rimboccarci le maniche».
Nel frattempo ci sono stati due documenti: il primo sottoscritto da una decina di consiglieri nel quale viene ribadita la fiducia al sindaco Damiani e all’operato sinora svolto, manifestando piena solidarietà e stima personale; il secondo, a distanza di un giorno, del presidente del consiglio comunale. Costanzo Di Jorio, per il quale non c’è nulla di definito e, pertanto, chiede maggiore chiarezza sul redigendo Piano urbanistico generale; inoltre, ci sono malumori sulla direzione dell’ufficio tecnico; infine, denuncia il forte condizionamento che alcuni assessori esercitano sull’intera azione amministrativa. Per Di Jorio il confronto a tutto campo non può, non partire, dall’azzeramento della giunta e ricomposizione della stessa; ancora, ‘dal raggiungimento nella maggioranza di una generale condivisione delle modalità e dei mezzi per dare trasparenza al percorso e alle scelte del Prg. Di Jorio si sarebbe fatto portavoce di una componente “silenziosa” della maggioranza che, finora avrebbe mostrato due facce: una, aver sottoscritto il documento di solidarietà nei confronti del primo cittadino; contestualmente, avrebbe manifestato il proprio malessere a cui fa riferimento Di Jorio.

Francesco Mastropaolo