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A Foggia cresce il sentimento proGiussni

Si espande il movimento Cl nel capoluogo dauno. L’impegno di Scillitani. In occasione del sesto anniversario della scomparsa di Monsignor Luigi Giussani Archè ha promosso il convegno: “L’opera di don Giussani: Comunione e Liberazione”.

 

Si espande nel capoluogo dauno il movimento cattolico laico di Comunione e Liberazione. Giovedì
pomeriggio in occasione della ricorrenza del sesto anniversano della scomparsa di Monsignor
Luigi Giussani, il sacerdote di Desio riconosciuto a livello internazionale come uno degli
educatori più innovativi e illuminati del nostro tempo e fondatore del movimento ecclesiale di Comunione e liberazione, il Centro Culturale Arché, in collaborazione con la Cappella dell’Università degli Studi di Foggia, coordinata da don Bruno d’Emilio, ha promosso il convegno dal titolo “L’Opera di don Giussani: Comunione e Liberazione”. Sono intervenuti all’incontro, assai partecipato, Salvatore Abbruzzese, ordinano di Sociologia della religione nell’Università di Trento e autore del primo saggio sociologico (pubblicato in Italia e in Francia) sull’esperienza di Cl, e Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus, nata nel 1989 a Milano e ormai opera di carità che ogni anno coinvolge migliaia di volontari e milioni di italiani nel gesto della Colletta alimentare. Presenti al seminario numerosi aderenti a Cl e a Compagnia delle
Opere della provincia di Foggia e tantissimi studenti interessati al pensiero di don Giussani, che
quest’anno viene riproposto attraverso la lettura del testo “Il Senso religioso”. Come ha spiegato a l’Attacco il presidente del Centro Culturale Archè, il professor Lorenzo Scillitani quella di
don Giussani “non è un’eredità che può essere rivendicata soltanto da coloro che si riconoscono in Cl”, ma è “patrimonio di tutti”. Un capitale di relazioni e testimonianze pubblico che mette al centro l’amicizia e il desiderio di essere espressione di opere caritatevoli, sociali e culturali. “Vivere l’avvenimento cristiano”, infatti, si legge nel pamphlet del sociologo Abruzzse, significa impegnarsi nell’edificazione religiosa dei soggetti. Dal percorso interiore prendono forma le intuizioni e le scelte concrete, ciascuna delle quali si realizza tenendo conto dei caratteri e delle determinazioni individuali. A tal proposito il presidente Scillitani ha precisato che gli aderenti a Cl non possono essere identificati con una sola parte politica, sebbene anche a Foggia il massimo rappresentante del movimento nelle istituzioni sia un politico pidiellino, il consigliere regionale Leo Di Gioia( presente insieme a diversi consiglieri circoscrizionali Pdl e al segretario della Giovane Italia Raffaele Di Mauro). “Formigoni come altre persone esprimono la loro personale posizione”. Non è Cl a riconoscersi nei partiti, ma il contrario. Laicamente, attraverso un percorso che è “metodo educativo alla fede”. Il Centro Culturale Archè semplicemente esistendo dà continuità agli insegnamenti di don Giussani, ha rilevato il giurista, docente dell’Università del Molise.”L’idea che un centro culturale esprima iniziative, proposte, attività è il primo frutto dell’impatto del metodo dell’educazione alla fede”. Gli “apostoli” di don Giussani sono chiamati a dare un giudizio sulla realtà. Ed è il giudizio il nucleo fondante di qualsiasi attività. “La realtà esiste perché porta un’ipotesi positiva: ogni tentativo di costruire qualcosa di nuovo è coerente con il giudizio”. Insomma chiunque è interpellato alla piena disponibilità a riconoscersi nel mondo. Tutta la ricostruzione dell’avvenimento cristiano si sforza di dimostrare come ogni scelta, ogni decisione avvenga sulla base di incontri concreti. L’amicizia è un valore che costruisce e non soltanto un affiato dell’animo: l’amicizia in Cl è fondamento di una prossimità di esperienze comuni. La vita di comunione pertanto non è soltanto il prodotto naturale di una scoperta radicale, ma costituisce la dimensione umana essenziale affinché possano svilupparsi reti di desideri condivisi. Tra le iniziative del Centro Culturale Archè vi è la sensibilizzazione su una testimonianza estremamente forte come quella dell’Arcivescovo di Lahore sulla difficile condizione della minoranza cristiana in Pakistan. Foggia è stata città apripista della discussione rimbalzata sulla trasmissione Zapping di Radio1. Una donna cristiana, madre e moglie, è sottoposta a processo in Asia per aver osato parlar male del profeta Maometto. Questo fatto ha permesso ai circa 50 soci del Centro Culturale di riflettere sulla legge sulla blasfemia che nei paesi islamici mette in crisi la convivenza civile tra popoli di diverse religioni. Perché elaborare temi così lontani dalla realtà locale della Capitanata? Scillitani non ha dubbi. “Se sì ha a cuore l’umanità, lo sì ha a cuore a tutte le latitudini. Più si è aderenti alle ragioni di chi e lontano e più ci si preoccupa dell’umano vicino in contesti governati da processi di globalizzazione”. Del resto, evidenzia, “registro che da dieci, dodici anni sono rifiorite a Foggia opere che sembravano tramontate. Noto da alcuni anni la rinascita degli oratori e la ripresa degli scout. Questi movimenti denotano un riaffacciarsi dei giovani nella vita pubblica. C’è un moderno desiderio di Dio,un anelito ideale, che sì manifesta nella volontà e nella capacità dì costruire nuovi percorsi.

ANTONELLA SOCCIO
L’Attacco