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Sanità: via alle dismissioni di ospedali

Ok della III commissione sanità al Piano di riordino ospedaliero. Nessuna concessione al Pd.

 

Nessuna concessione. L’assessore Fiore blinda il regolamento di riordino ospedaliero tra i mugugni dei suoi stessi consiglieri di maggioranza "costretti –specificano- a dare parere favorevole per disciplina di partito". Sa di vero e proprio strappo il commento del Pd rilasciato ieri, al termine della seduta di III commissione che ha dato il via libera al piano di tagli e dismissioni dei nosocomi pugliesi, con il voto contrario di Udc e centrodestra. Diversi gli emendamenti di cui si erano fatti promotori i democratici, a partire dalla gradualità delle dismissioni e alla contestuale attivazione di presidi alternativi. Ma nulla di tutto questo arriverà. Perlomeno a breve. Entro il 15 marzo il piano dovrà essere infatti inviato al ministero. "E non ci si può permettere –scandisce l’assessore alla Salute- di arrivarci con una bolla di sapone". Alias: i ritocchi richiesti dai consiglieri rischiano di mandare tutto all’aria. Motivo per cui il piano resta identico a quello licenziato a dicembre in giunta regionale. Dopo la sanità privata, dunque, tocca al pubblico. Meno 18 ospedali, 3 in Capitanata (Torremaggiore, San Marco in Lamis e Monte S.Angelo). E le audizioni varie con i territori, gli operatori della sanità, il lavoro delle cabina di regia?  Tutto inutile? Non poteva essere altrimenti. Il rischio è il commissariamento della sanità pugliese. Se ne riparlerà forse a giugno. L’assessore chiude a tutte le modifiche. E dà pieno mandato ai manager Asl: chiudere e dismettere. Subito. Mentre il Pdl grida all’ipocrisia del Pd: "nelle piazze difende i territori -tuonano dai banchi del centrodestra- mentre nei palazzi si eseguono gli ordini di scuderia. L’ennesima campagna elettorale giocata sulla pelle dei pugliesi insomma. Mentre il piano tutto farà fuorchè portare risparmi in cassa". E dall’Udc arriva la proposta: via allo sciopero della sanità.
Giovanna Greco