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Rodi/ Convegno legalità (2)

Seccia : « Qui la mafia spadroneggia »
Il procuratore capo: serve un Saviano che risvegli le coscienze di tutti i garganici.

 

Il  procuratore capo di Lucera, Domenico Seccia, ha chiamato con il proprio nome – mafia – quei fenomeni criminali che invece da queste parti in molto tentano di «addolcire». Negli ultimi mesi sul Gargano sono stati commessi delitti di inaudita efferatezza: basti pensare al duplice omicidio dei fratelli Martino e Giovanni Piscopo, di 51 e 45 anni, imprenditori turistici di Vieste, scomparsi il 18 novembre e rinvenuti carbonizzati dopo 10 giorni nell’auto sulla quale erano stati sequestrati (delitto firmato dalla mafia garganica e responsabili ancora ignoti). Per proseguire con il duplice omicidio di Pietro e Sante Zimotti, allevatori padre e figlio, di Cagnano Varano uccisi il 7 dicembre scorso (arrestati altri due cagnanesi, padre e figlio, che avrebbero agito per vendetta); l’ultimo episodio risale a qualche settimana fa con l’incendio che ha distrutto un ristorante a Vieste. Tutta una serie di agguati e attentati firmati spesso da organizzazioni mafiose, le cui radici diventano sempre più profonde fino a toccare i piani alti della società civile. E’ andato dunque dritto al cuore del problema il procuratore Seccia intervenendo all’incontro sul tema della legalità svoltosi a Rodi Garganico su iniziativa di Nicola Palmieri, dirigente scolastico del locale istituto comprensivo «Giovanni Falcone». E’ inutile nascondersi dietro il paravento dell’ipocrisia di un lessico accomodante per non vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti avendo le proporzioni di un grosso bubbone che va estirpato prima che arrivia soffocare il vivere civile. Il procuratore Seccia ha dato spessore alle sue parole denunciando che «quello che sta accadendo sul Gargano non è faida bensì mafia». E’ tempo, dunque, che si sappia che la malavita garganica ha fatto il salto di qualità che significa aver affondatole mani nei settori vitali dell’economia e della finanza. Droga, usura, estorsioni: questi i mali che stanno minando tessuto e pace sociale. Il procuratore non ha lanciato il classico sassolino nello stagno; tutt’altro, ha aperto una vera e propria «voragine» affinchè nessuno possa chiudere gli occhi di fronte ad organizzazioni malavitose che allungano sempre più i propri tentacoli. «Di fronte ad un quadro così allarmante è indispensabile – ha sottolineato Seccia – una scatto di dignità da parte della società civile, degli operatori culturali ai quali spetta svegliare le coscienze. Il terremoto mediatico provocato da Roberto Saviano con il suo “Gomorra” è l’esempio più significativo di come si possa incidere su un tessuto sociale troppo distratto o volutamente annebbiato, se non proprio lacerato da una diffusa indifferenza». Con l’operazione «Clessidra» i (23 persone arrestate a dicembre, tra cui amministratori comunali, tecnici e imprenditori per presunti appalti pilotati al Comune di Peschici) la Procura di Lucera guidata proprio da Seccia ha dato un segnale preciso a quanti hanno responsabilità pubbliche e devono amministrare nell’interesse di tutti i cittadini. Significa che non solo alla malavita, ma anche a tutte quelle altre forme di comportamenti che escono dai binari della legalità la Procura di Lucera guarderà con la giusta attenzione affinchè la legalità non sia messa alla porta dai «Palazzi della pubblica amministrazione». Il procuratore di Foggia, Vincenzo Russo, ha rimarcato come «Seccia sia un sicuro baluardo di legalità» senza con questo nulla togliere a chi l’ha preceduto.

Francesco Mastropaolo