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Fabrizio Tatarella (FLI): “Sul processo breve Pepe e Leone mortificano la Capitanata”

Riceviamo e pubblichiamo
"E’ toccato ai due parlamentari della Capitanata del Pdl essere i protagonisti, in negativo, delle votazioni per approvare la legge salva Premier alla Camera dei Deputati. Ai tempi del deprecato ventennio era frequente trovare sui muri delle scritte nelle quali si preferiva un giorno da leone a cent’anni da pecora… Condivisibile, purché leone abbia la minuscola. Noi infatti preferiremmo un secolo da ovini ad un solo giorno da Tonio Leone, vicepresidente della Camera e deputato Pdl della Puglia. Perché ci mortifica troppo vedere un uomo intelligente, facondo e capace di pensieri non banali obbedire al richiamo della foresta di Arcore e dire con imperturbabile faccia tosta che sì, certamente Silvio Berlusconi era convinto che quella bonazza in abiti succinti che invitava ad Arcore fosse la nipote di Mubarak, e che solo nel tentativo di guadagnare all’Italia posizioni di preminenza nello scacchiere mediorientale egli cercava di convincerla a giocare al dottore e all’infermiera. La politica costringe a molte diplomazie, qualche volta ad inevitabili bugie; ma quando arriva a farti smarrire il senso del ridicolo, meglio staccare la spina. A proposito di nostalgie di regime, non abbiamo potuto celare un moto di tristezza nel vedere, in una foto sul Corriere della Sera, il brevilineo Antonio Pepe affannarsi, come uno Scilipoti qualsiasi, a Montecitorio per giungere in tempo a votare e portare il suo piccolo contributo alla causa di San Silvio martire. Fosse nato cinquant’anni prima, siamo sicuri che avrebbe saltato nel cerchio di fuoco con littoria eleganza. Comunque vada i cittadini della Capitanata non sono certamente orgogliosi dei loro rappresentanti in Parlamento".
Fabrizio Tatarella