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Proposta in Puglia «Accorpare sanità e servizi sociali»

«Unificare gli assessorati alla Salute e ai Servizi Sociali affinché la persona sia presa in carico in modo unitario e si eviti che la mano destra spesso non sappia quello che fa la sinistra». A lanciare la proposta è il segretario regionali della Uil pensionati Rocco Matarozzo, dicendosi convinto del fatto «che in Puglia si debba smettere di governare ancora con logica assessorile». Eventuali commissioni inter-assessorili per l’integrazione socio-sanitaria sarebbero «tempo perso. Questa tendenza porta a doppioni di spese inutili e pericolose – dice – anche per quel che riguarda la trasparenza». Piuttosto occorrerebbe «operare sul territorio con l’assistenza domiciliare sanitaria e socio-sanitaria» e, in tal senso, il piano sanitario regionale è «ospedalocentrico, con scarsa propensione per il servizio sul territorio e, soprattutto, per la prevenzione». Lo si riscriva, invece, «partendo dall’unificazione dei due assessorati e dalla rivisitazione dell’Ares, anche per liberarsi di qualche componente più attaccato agli organigrammi che ai servizi che i distretti socio- sanitari debbono garantire».

Quanto ai tagli del piano di rientro, niente barricate a difesa dei piccoli ospedali – aggiunge il segretario Uilp -«dobbiamo invece pretendere e lottare affinché in ogni distretto ci siano dei poliambulatori, degni di questo nome».

Il vicepresidente del Consiglio, Nino Marmo, invece, punta l’indice sulla situazione dei centri diurni socio-educativi e riabilitiativi. «Nel Piano delle politiche sociali 2009/2011 la Regione – ricorda – ne ha previsti almeno uno ogni 50.000 abitanti, ma a Bari ne risultano autorizzati solo tre sui sette necessari secondo il Piano». Per questi centri, essendo strutture socio-sanitarie e non sanitarie, non è richiesto l’accredita – mento istituzionale, ma l’iscrizione all’Albo regionale Regione Puglia delle strutture autorizzate al servizio per utenti diversamente abili. «L’accesso ai Centri, come da regolamento, avviene tramite la richiesta di valutazione da parte dell’utente, ai Distretti socio sanitari, che dopo parere dell’U.V.M., ne autorizzano l’accesso. Ma a tutt’oggi – denuncia Marmo – la Asl di Bari non ha posto in essere alcuna convenzione né per i Centri della città né per quelli della provincia». Il tutto condito da assegnazioni all’esercizio giudicate «discriminatorie», in base ad una verifica dei requisiti sancita dall’Asl nel maggio 2009 ed evidentemente «ancora non conclusa».

Così l’Asl «mentre nega l’autorizzazione a talune strutture, anche se in possesso dei requisiti sia strutturali che organizzativi ed autorizzate definitivamente al funzionamento, liquida tranquillamente fatture ad altri Centri pur in assenza di accordi contrattuali formalmente sottoscritti e senza la prescritta valutazione dei pazienti». «Ai tagli lineari e senza criterio operati sino a questo momento a nocumento dei cittadini pugliesi si stanno per aggiungere anche quelli dei posti letto della Neurochirurgia dell’Ospedale di Venere di Carbonara che verrebbero ridotti a 15», attacca il senatore Pdl Luigi D’Ambrosio Lettieri. È la prova, sostiene, del fatto che «questa riorganizzazione ospedaliera è priva di criteri oggettivi che dovrebbero basarsi sui reali fabbisogni dei territori e delle persone e che invece rispondono solo alla logica della fretta, perché il governo regionale deve bruciare il tempo perso in oltre sei anni di immobilismo e di clientele».

«Crediamo che sia inconcepibile e chiediamo alla Giunta di aumentare almeno a 20 i posti letto di quel reparto» aggiunge il vicecapogruppo del Pdl alla Regione, Massimo Cassano, che ha inviato un’interrogazione sul caso al presidente Vendola ed all’assessore Fiore chiedendo di modificare quanto previsto nel piano di rientro.

 Torna, invece, sulla vicenda del lebbrosario di Gioia del Colle il consigliere Fli Gianmarco Surico: «non può concludersi con una semplice deliberazione di chiusura della struttura da parte della giunta regionale. Sono convinto che le lettere di licenziamento inviate dall’Ente Ecclesiastico Miulli ai lavoratori siano puri adempimenti legali. La Regione convochi un tavolo con il Miulli per trovare, al di là del contenzioso legale, una convergenza».