Via libera del Consiglio regionale con 36 voti a favore. «Le persone che decidevano erano 285, ora saranno 5».
Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato a maggioranza (36 voti a favore tra centrosinistra, Udc e Idv; 25 contrari e un astenuto) il disegno di legge istitutivo dell’Autorità idrica pugliese. «Erano 285 le persone che decidevano e da oggi saranno cinque: mi sembra che sia stato fatto – afferma Fabiano Amati, assessore regionale alla Protezione civile – un grande passo in avanti. Si semplificano le procedure sull’impostazione degli investimenti in materia idrica, abduzione, distribuzione e fognatura. Questa autorità avrà la possibilità di controllare in maniera snella e serena l’attività del gestore e sull’estensione di una rete riuscirà a decidere in maniera molto semplice essendo cinque i componenti».
L’OBIETTIVO – Il disegno di legge ha lo scopo di dare attuazione alla legge 42 del 2010 che, disponendo la soppressione delle Autorità d’ambito previste dal Testo unico ambientale, demanda alle Regioni l’attribuzione delle funzioni nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. L’Autorità idrica, soggetto rappresentativo dei Comuni pugliesi per il governo pubblico dell’acqua, assorbirà funzioni e compiti assegnati alla Autorità d’ambito per la gestione del Servizio idrico integrato della Regione (Ato Puglia), che sarà posta in liquidazione e il cui personale confluirà nel nuovo ente.
LA REAZIONE DEL SINDACATO – «Restiamo in attesa di vedere i fatti e verificarne la compatibilità soprattutto in tema di abbattimento dei costi inutili». È il commento della Cisl Confederale in merito al provvedimento. «Non abbiamo chiaro il risultato che al cittadino pugliese verrà con questa riforma – è scritto in un comunicato – soprattutto perché, non essendoci stato alcun confronto preventivo con il sindacato, ci mancano elementi di valutazione. Vedremo ora se questo deficit verrà recuperato attraverso un confronto che, seppur tardivo, sia capace di fornirci le conoscenze economiche e le scelte che hanno motivato questa decisione sulla quale la politica si è duramente confrontata. Ci convochi al più presto, quindi, l’assessore Amati per verificare il mantenimento degli impegni di investimento pubblico in questo delicato settore, che non può essere trattato per "pezzi", e per assicurarci che l’intera operazione non si tramuti in un aumento dei costi per i cittadini-utenti, mantenendo tra l’altro le premesse di maggiori efficienza e rapidità di decisioni».
COSI’ L’UDC E PSI – «La gestione dell’Ente idrico pugliese è in mani sicure, quelle dei sindaci. La legge istitutiva del nuovo Ente, che sostituirà l’Ato, ha recepito tutte le indicazioni dell’Anci». Lo ha detto il Salvatore Negro, presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia. «Da tempo ci siamo espressi a favore della soppressione degli enti inutili come l’Ato, veri carrozzone politico mangiasoldi – ha sottolineato il capogruppo Udc – e con l’istituzione dell’Autorità idrica integrata la governance dell’acqua pubblica passa in mano ai primi cittadini, così come condiviso dalla stessa Anci Puglia nel lungo iter che ha portato all’approvazione della legge. In tal modo i sindaci, che sono a diretto contatto con le aspettative della gente, ritornano protagonisti nella gestione dell’acqua e del territorio». Per Franco Pastore, del gruppo Misto-Psi «è un provvedimento importante, perché rappresenta un ulteriore passo avanti verso il processo di pubblicizzazione, ha un grande significato politico e istituzionale perché è stato condiviso il principio di un ente pubblico, e non di un ulteriore carrozzone, che si interfaccia con un altro ente e soggetto pubblico (Aqp), per controllare e monitorare il servizio idrico integrato».