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Vieste/ Sabato in Cattedrale i funerali dei fratelli Piscopo

Dovrebbero svolgersi sabato pomeriggio in cattedrale, a Vieste, i funerali dei fratelli Giovanni e Martino Piscopo, i due imprenditori turistici assassinati nel novembre dello scorso anno e i cui cadaveri furono rinvenuti carbonizzati all’interno di una autovettura anch’essa data alle fiamme. Non vi è ancora la conferma ufficiale della celebrazione del rito funebre a causa di alcuni adempimenti burocratici che dovrebbero essere espletati nelle prossime ore. Di certo si sa che i familiari delle povere vittime, provati fino allo stremo per la incomprensibile tragedia che ha funestato la loro semplice esistenza, intendono onorare come si conviene la memoria dei loro cari dèceduti in modo così violento. Probabilmente a celebrare il rito sarà l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro, il quale, tra l’altro, nei giorni seguenti la scomparsa di Giovanni e Martino, volle presiedere la veglia di preghiera organizzata per chiedere la liberazione dei due imprenditori prendendo parte anche alla marcia silenziosa a cui partecipò un moltitudine di gente. Il duplice omicidio dei fratelli Piscopo ha rappresentato una delle pagine più cruente della storia moderna di Vieste, cittadina senz’altro non incline alla violenza e alla sopraffazione, sia per la gravità di quanto accaduto, sia per l’efferatezza con la quale il duplice assassinio è stato eseguito. E’ noto che i due imprenditori,Giovanni di 51 anni e Martino dì 48, furono rapiti la mattina del 18 novembre 2010 mentre, come sempre durante quel periodo dell’anno, si recavano in campagna perla raccolta delle olive. Il furgoncino con il quale avrebbero dovuto raggiungere il fondo agricolo fu rinvenuto abbandonato in una strada interpoderale in località “Montincello”, a sette chilometri da Vieste e a quattro circa dalla loro abitazione, in contrada “Sfinalicchio”. A rinvenire il mezzo fu il fratello Giuseppe, che li seguiva a bordo di un trattore. Scattato l’allarme, cominciarono le ricerche a cui presero parte carabinieri, forestali, volontari e semplici cittadini. Ricerche che portarono, il 28 novembre, al ritrovamento dei loro corpi senza vita. Giovanni e Martino Piscopo, furono trovati all’interno di un’autovettura, una Alfa 156, completamente carbonizzata. Così come furono dati alle fiamme i loro cadaveri, resi praticamente irriconoscibili. Erano posti sul sedile posteriore della vettura, uno riverso per terra, l’altro poggiato sullo schienale. L’Alfa 156, rubata a Lavello (Pz) a giugno 2010, presentava 4 fori lungo la portiera laterale destra, mentre a terra i carabinieri recuperarono 7 bossoli calibro 7.65. Gli inquirenti ritennero fin da subito che Giovanni e Martino siano stati uccisi lo stesso giorno della loro scomparsa. I due, probabilmente, sono stati sparati dall’esterno, poi cosparsi di liquido infiammabile e dati alle fiamme. Della 156 rimase solo la carcassa incenerita.