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Carpino/ Non intascò mazzette ma la sentenza per l’ex vicesindaco arriva dopo 20 anni

Asso1to dall’accusa di concussione, prescritta quella di corruzione visto il tempo trascorso. E’ la sentenza d’appello emessa nei confronti dell’ex vice sindaco di Carpino per fatti del ‘92 e per i quali fu anche arrestato.  Sulla propria pelle ha sperimentato quanto possano essere lunghi i tempi della Giustizia l’ex vice sindaco di Carpino, Antonio D’Arnese. La corte d’appello di Bari ha riformato la condanna a 3 anni per corruzione e concussione infittagli dal Tribunale di Lucera (che assolse gli altri imputati tra sindaco, assessori, segretario comunale, un imprenditore). L’inchiesta fu avviata dalla Procura di Lucera nel ‘92 dopo la denuncia di un architetto direttore dei lavori di ampliamento del cimitero: secondo l’accusa D’Arnese gli impose una tangente del venti per cento sull’importo degli stati d’avanzamento che, man mano, si liquidavano. D’Arnese per quella vicenda fu anche arrestato come altri tre imputati. In primo grado i giudici di Lucera avevano escluso che potesse configurarsi a carico dei membri della giunta di Carpino il reato di abuso di ufficio, ma ritenuto fondata la responsabilità del solo D’Arnese per i reati contestati, cioè la corruzione e la concussione. Sentenza «bocciata» dalla corte d’appello di Bari che ha «stigmatizzato» l’operato dell’accusa parlando di «lacunosa attività investigativa». In conclusione la corte d’appello, per quanto riguarda l’imputazione di concussione ha ritenuto che ci fossero forti dubbi sull’effettivo svolgimento dei fatti, tant’è che l’accusa non aveva fornito elementi obiettivi per dimostrarne la fondatezza. Quanto poi al reato di concussione, i fatti ‘sono ormai così remoti che – hanno sancito i giudici di secondo grado ,- vanno estinti per intervenuta prescrizione. La sentenza d’appello è stata emessa a distanza di quasi 20 anni. Vent’anni di sofferenze per l’ex vice sindaco.

Francesco Mastropaolo