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Referendum/ Legambiente Capitanata invita alla mobilitazione

In caso di vittoria dei nuclearisti tra Molise e provincia di Foggia arriverebbe il BIDONE NUCLEARE? Ecco la mappa e il dossier di Legambiente.

 

Quale destino si presenta alla Capitanata in caso di vittoria dei NO o del fallimento dell’obiettivo del quorum?

Dai documenti ufficiali emergono scenari da scongiurare.
Possibile la costruzione di una centrale nucleare dalle nostre parti.
(Il Governo invece, probabilmente temendo contraccolpi elettorali e sollevazioni popolari, non ha mai rivelato i luoghi destinati alla costruzione di nuove centrali- La prima mappa, accantonata a seguito della vittoria del primo referendum contro il nucleare, comprendeva 52 siti e fu realizzata nel 1979 dal Cnen (Comitato nazionale per l’energia nucleare). Rimangono però validi i vincoli per identificare i siti, quali ad esempio località geologicamente stabili e con molta acqua, il rispetto dei quali non fa scostare molto da quelli elencati dal Cnen nel 1979. ndr)

“I referendum meritano una mobilitazione generale da parte di tutti gli elettori, che invitiamo a non disertare le urne e a partecipare con quattro SI.” – dice Franco Salcuni di Legambiente Puglia, che continua – “In caso contrario l’Italia tornerebbe nell’incubo nucleare e per la Capitanata in particolare si aprirebbe uno scenario nefasto sia per la vicinanza a Termoli, dove è ipotizzata la costruzione di una delle nuove centrali. Il sito di Termoli è presente, infatti, nella mappa delle future possibili centrali fornita dai Verdi nel 2010, sia perché Manfredonia e Lesina compaiono nell’elenco dei cinquanta siti italiani idonei a ospitare una centrale nucleare (vedi elenco Cnen del 1979). La vicenda delle trivellazioni alle Tremiti ci insegna che il nostro territorio e il Mezzogiorno sono percepiti da chi ci governa come politicamente e socialmente deboli, privi della forze di contrasto che altre comunità esprimono con migliore unità e convinzione. Occorre far sentire la nostra voce andando a votare contro questo progetto scellerato”.

Stefano Ciafani, responsabile nazionale dell’ufficio scientifico di Legambiente, nell’invitare a votare al referendum e a votare SI, spiega che “all’Italia non serve il vecchio nucleare ma una rivoluzione energetica per rendere più efficiente e sostenibile la produzione di elettricità e calore, il trasporto di persone e merci, il consumo di energia nell’industria e negli edifici. Non siamo l’unico tra i paesi più industrializzati che ha deciso di abbandonare il nucleare, visto che nei prossimi anni ci seguirà la Germania, che vanta 380mila posti di lavoro nel’industria delle rinnovabili, oltre alla Svizzera. Sarebbe davvero folle ritornarci ora, fermando la crescente diffusione delle rinnovabili e tornando al vecchio e insicuro atomo”.

Dossier di Legambiente: A CHI TOCCA IL BIDONE NUCLEARE?
http://risorse.legambiente.it/docs/Dossier_A_chi_tocca_il_bidone_del_nucleare.0000001883.pdf

Per Info: www.festambientesud.it