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Rodi/ Maltrattamenti ai ragazzi nel mirino “Il Melograno”

La Procura apre un’inchiesta.

 

Voci tutte da confermare parlano di presunti maltrattamenti su minori ospitati presso la comunità educativa “Il Melograno”, a Rodi Garganico, gestita dalla Cooperativa sociale Onlus “Nemesi” di Vico del Gargano. Sulla vicenda starebbero indagando sia il Tribunale per i minori di Bari che la Procura della Repubblica di Lucera. Si parla genericamente di atti di violenza e punizioni nei confronti dei ragazzi, tutti minori, che verrebbero sottoposti a pressioni, anche di carattere
psicologico. La comunità “Il Melograno”, che dispone di dieci posti letto più due per le emergenze, ha caratteristiche residenziali con assistenza continuativa ai minori con problematiche di tipo familiare, comportamentale, psico-pedagogico, che non hanno potuto trovare un contesto familiare equilibrato in grado di tutelare la loro crescita “normale”. La comunità accoglie dieci bambini e ragazzi dai tre ai dodici anni che presentano una situazione familiare pregiudizievole per la loro crescita e la loro realizzazione. Vi è inoltre la possibilità di accogliere in urgenza altri due minori anche di età diversa ma non superiore ai sedici anni. L’inserimento in comunità è temporaneo ed ha come obiettivo il rientro nella propria famiglia di origine, l’affidamento familiare, l’adozione. Gli operatori impegnati sono cinque educatori, due ausiliari, un assistente sociale con funzioni di responsabile, uno psicologo e un neuropsichiatra, quattro volontari. Poco più di un anno fa, precisamente il 16 febbraio, si sfiorò la tragedia a causa dell’incendio di alcuni materassi che scoppiò all’interno della struttura. In un primo momento si pensò ad un incidente, ma a conclusione delle indagini condotte dai carabinieri della locale stazione si accertò che si trattava di un atto doloso. Ad appiccare l’incendio era stato uno dei ragazzi ospitati, un quindicenne che, con una lucidità impressionante, aveva dato fuoco ad una pila di materassi dopo avervi versato del carburante prelevato dal serbatoio di un motocarro parcheggiato nel cortile della comunità. Il perchè di tanta determinazione venne collegata alla sua condizione di ragazzo che le circostanze familiari l’avevano certamente segnato. Venne arrestato e associato alla casa circondariale Fornelli di Bari.

Francesco Mastropaolo