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Aeroporto «Gino Lisa»/ Voli garantiti solo per un altro anno

A giorni sapremo se il contratto Regione-Darwin Airline verrà prolungato oltre il 30 settembre. Le trattative proseguono a fari spenti, a quanto pare adesso tocca alla compagnia rilanciare sulla base della proposta economica formulata qualche settimana fa da Aeroporti di Puglia. Si viaggia sulla differenza di 1-2 milioni di euro tra domanda e offerta: il vettore di Lugano per continuare ad assicurare i collegamenti dal Gino Lisa chiederebbe una somma leggermente inferiore rispetto ai 6 milioni l’anno intascati finora (per tre anni) per assicurare la fase di start-up. Alla luce di quanto trapela dal tavolo di trattativa, potrebbe dunque inquadrarsi come un atto ostile l’iniziativa dell’assessore ai Trasporti che, qualche giorno fa, ha scritto una lettera ai vertici di Darwin per ricordare loro gli adempimenti contrattuali anche dopo il 30 settembre. «Ho semplicemente ricordato alla compagnia – informa Guglielmo Minervini – la clausola contrattuale che prevede la prosecuzione dei voli oltre la fase di start-up e per altri dodici mesi. Non che ce ne fosse bisogno: consideriamo la Darwin una società seria. Però l’ente pubblico ha il dovere di cautelarsi fino in fondo trattandosi di contratti di una certa rilevanza economica». La precisazione avviene nelle more di una trattativa difficoltosa. E in ogni caso, si potrebbe obiettare, la compagnia troverebbe l’escamotage legale per venir fuori comunque da questa situazione sfavorevole, solo dimostrando la scarsa competitività dei collegamenti derivanti dall’ob – bligo contrattuale e che pregiudica i bilanci aziendali. Insomma un contratto capestro da azionare solo in casi estremi. In questi tre anni il traffico dal Gino Lisa è cresciuto sensibilmente (gli aerei oggi viaggiano con il 65% dei posti pieni) ma, conti alla mano, i volumi non sono ancora sufficienti perchè possa ancora parlarsi di servizio competitivo. Forse basterebbe un altro piccolo sforzo.

Aeroporti di Puglia riconosce le perplessità manifestate da Darwin ed è disposta a venire incontro alle richieste della compagnia. Ma anche qui la differenza sarebbe minina per suggellare l’incontro, e questa disponibilità manifestata da ambo le parti (la compagnia ha finora parlato del Gino Lisa come di uno scalo ideale alle proprie esigenze) adesso va armonizzata soprattutto tenendo conto di ciò che bolle in pentola. «Abbiamo un aeroporto in fase di ampliamento – spiega Domenico Di Paola, amministratore unico di Adp – i collegamenti ancora non reggono sul piano economico, ma riteniamo sia necessario insistere su questa misura perchè abbiamo davanti a noi incoraggianti prospettive di crescita del traffico passeggeri. Il prolungamento della pista (progetto esecutivo in fase di approvazione: ndr) ci porta verso un miglioramento delle condizioni di contesto. La stessa Darwin ci ha informati di essere orientata a impiegare dal Gino Lisa aerei un po’ più grandi degli attuali da 54 posti per aumentare i ricavi dalla vendita dei biglietti e abbattere i costi di gestione».

Quelle condizioni di «reciproco interesse » di cui parla anche Minervini e per il quale sarebbero già a portata di mano. «La compagnia finora ha sempre mostrato grande interesse a chiudere positivamente la trattativa – spiega l’assessore – ma Darwin a questo punto deve dirci se i collegamenti da Foggia per Milano Malpensa, Torino e Palermo potranno essere convenienti sul piano commerciale proprio sulla scorta delle prospettive di crescita dello scalo. Vogliamo individuare una soluzione definitiva al problema, in modo che non si possa più mettere in dubbio la prosecuzione dei collegamenti aerei dall’aeroporto di Foggia. Ci siamo quasi, credo che ci vorrà qualche altro giorno per giungere a una definizione completa».
Alla compagnia è stata prospettata la possibilità di gestire direttamente all’interno dello scalo alcuni servizi aeroportuali, ipotesi anche questa sulla quale la Darwin non è apparsa disinteressata. Ma il nocciolo restano i voli, i loro costi di gestione (non viene escluso un aumento dei prezzi dei biglietti). «La compagnia potrebbe occuparsi di attività accessorie, come lo sviluppo territoriale legato ai voli di linea, e il catering all’inter no dello scalo. Ma avranno una valenza successiva – dice Di Paola – e parliamo comunque di entrate minori rispetto ai costi di gestione veri».